
Nel report, sono state esaminate le 2145 società italiane che rappresentano il 47% del fatturato industriale e di quello manifatturiero, il 36% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione
L’industria italiana ha superato il Covid, il suo fatturato è tornato oltre i livelli prepandemia con una ripresa più forte del previsto ma ora si trova stretta tra l’aumento dei prezzi e la riduzione dei margini.
È quanto emerge dalla nuova edizione dei “Dati Cumulativi”, l’indagine annuale dell‘Area Sudi Mediobanca sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione analizzate nel decennio 2012-2021.
In particolare, sono esaminate le 2145 società italiane che rappresentano il 47% del fatturato industriale e di quello manifatturiero, il 36% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione al dettaglio. studio
Nel 2021 il fatturato è rimbalzato del +25,6%, uno scarto “senza pari nella storia postbellica che testimonia la peculiarità di quanto accaduto ma anche l’efficacia con cui le autorità monetarie e fiscali hanno gestito lo snodo e la reattività complessiva del nostro sistema produttivo” spiegano gli analisti e aggiungono che “non è mai accaduto che, dopo una flessione molto consistente, il recupero si sia perfezionato nel corso di un solo anno”.
Ora però l’industria deve fare i conti con l’inflazione. Ipotizzando un rincaro del 10% dei costi di beni e servizi, la loro incidenza passerebbe al 93% del fatturato, in termini assoluti circa 65 miliardi di maggiori costi cui andrebbero sommati 2 miliardi di maggiore costo del debito.
Se questi 67 miliardi fossero ribaltati sui prezzi di vendita, a volumi costanti, essi comporrebbero una crescita del fatturato dell’8,7%, con il Margine operativo netto (Mon) che rappresenterebbe il 4,5% delle vendite.
Nel caso di ribaltamento del 50% dei maggiori costi sul fatturato questo aumenterebbe, a parità di volumi, del 4,4% ma la quota addebitata al Mon lo ridurrebbe ad appena lo 0,5% delle vendite. Se i volumi non variano, calcolano gli analisti “l’ebit margin resterebbe positivo fino alla soglia del 50%. Ove invece le imprese intendessero preservare l’ebit margin del 2021, l’aumento dei prezzi di vendita che dovrebbero praticare sarebbe del 9,6%”.