
L’ad di Fs ha incontrato la stampa in occasione di Innotrans, il più importante appuntamento dell’industria ferroviaria internazionale che si svolge a Berlino
Da luglio a settembre le Frecce di Trenitalia hanno trasportato 12,5 milioni di passeggeri riposizionando il traffico in linea con i livelli pre Covid. Un aumento ”importante” che consente di confermare i target dell’esercizio in corso e di mantenere i prezzi fermi, nonostante l’impennata dei prezzi dell’energia.
È questo lo scenario tratteggiato dall’amministratore delegato delle Fs spa, Luigi Ferraris, nel corso di un incontro con la stampa in occasione di Innotrans, il più importante appuntamento dell’industria ferroviaria internazionale che si svolge a Berlino dal 20 al 23 settembre.
«C’è stato un aumento importante dell’utilizzo del treno sia per l’alta velocità che per il trasporto regionale. Il turismo è ripartito e si sente in questo periodo. questo ci consente di mantenere i prezzi fermi . È ovvio che è un problema che dovremo affrontare. C’è un problema di costo dell’energia per il trasporto di merci e passeggeri», dice Ferraris.
Il bilancio dei primi sei mesi dell’anno, che verrà approvato dal cda del gruppo a fine mese, è andato bene, riferisce l’ad. «Dal punto di vista dei numeri, siamo soddisfatti. L’alta velocità è tornata ai livelli del 2019. Quello che è cambiato è il mix di traffico, che vede più turismo e meno business», spiega Ferraris.
Infatti, «la parte business non è tornata ai livelli del 2019, come era nelle attese. Ormai, il ricorso allo smart working è entrato strutturalmente nelle aziende. Ora ci aspettiamo un finale d’anno con meno turismo e dobbiamo capire bene come evolverà la domanda business. Possiamo comunque confermare i target per il 2022», dice.
Dal mercato italiano a oltre frontiera, l’ad di Fs traccia anche un bilancio delle attività del gruppo all’estero. In particolare in Francia, dopo il debutto il 18 dicembre, «va molto bene. La Milano-Parigi ha registrato oltre 400 mila passeggeri con un load factor oltre l’80%, va bene anche la Parigi -Lione», riferisce Ferraris che pone l’accento sul processo intrapreso dal gruppo.
Un gruppo che si configura sempre più come una multidomestic company che opera o è in procinto di farlo con Trenitalia France (Francia); Ilsa (in Spagna da novembre); Hellenic Train (Grecia); C2C e Avanti West Coast (Regno Unito); Netinera e TX Logistik (Germania); Qbuzz (Olanda) e Roma-Rail (Romania).
Su questo fronte, l’obiettivo è «di consolidarci nei Paesi in cui siamo», spiega Ferraris che ieri, insieme alla presidente Nicoletta Giadrossi, ha incontrato i ceo delle controllate estere. Dopo i treni Rock e Pop, arriva ora anche il nuovo treno Blues, che, tra l’altro, è in mostra a Innotrans. Ferraris ricorda quindi i capisaldi del nuovo piano industriale 2022-2031, varato lo scorso maggio, che ruota su investimenti per oltre 190 miliardi e oltre 40 mila assunzioni, di cui ‘6000 quest’anno, riferisce l’ad.
Per quanto riguarda il Pnrr «è in marcia e siamo in linea con gli obiettivi‘. Siamo la più grande stazione appaltante del Paese.Dobbiamo lavorare di concerto con il governo per gestire le dinamiche dei prezzi, prima ancora dell’energia, c’è stato il problema dei costi dei materiali con punte del 40-45%. Per mettere in sicurezza il Pnrr, abbiamo rivisitato i listini prezzi per lanciare le gare. Il Pnrr è in marcia sia come progettazione che come realizzazione», sottolinea Ferraris.
Tra le principali grandi opere, «Il Terzo valico è all’81% di avanzamento del tunnel e sarà pronto nel 2025, la Napoli-Bari sarà completata nel 2027. Fondamentale, secondo l’ad del gruppo, ”è la visione del lungo periodo quando si realizzano le infrastrutture. Non si possono fare pezzi di opere, non si può avere un approccio per lotti perché questo ci porta ad andare avanti per step successivi. ma dobbiamo avere la visione dell’opera».
Altro tema centrale è quello della manutenzione: «Per la sicurezza il budget ed illimitato, non ha prezzo. Bisogna lavorare molto sulla formazione del personale e sulla digitalizzazione», dice.
Inoltre, «Sta entrando nel vivo il nostro programma per la produzione di energia da fonte rinnovabile, principalmente fotovoltaico ed eolico, in grado di soddisfare almeno il 40% del nostro fabbisogno entro cinque anni, al 2027-2028».
«La potenza degli impianti di autoproduzione del gruppo Fs raggiungerà i 2 gigawatt e accrescerà di circa il 10% quella complessiva degli impianti fotovoltaici installati oggi in Italia. La stima attuale dell’investimento è nell’ordine di poco più di 1,6 miliardi di euro’‘, spiega Ferraris. «Abbiamo pianificato una pipeline di duemila megawatt di impianti fotovoltaici e minieolici da attivare prevalentemente in aree non più funzionali alle nostre attività core e vicine alle nostre infrastrutture ma anche sui tetti di molti nostri edifici, come le officine di Trenitalia e Rfi».
«Queste e altre misure – assicura quindi Ferraris – contribuiranno a raggiungere un altro obiettivo sfidante: la carbon neutralità nel 2040 in anticipo di 10 anni sulla tabella di marcia europea che prevede il target zero emissioni al 2050».
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