
I lavoratori hanno indetto uno sciopero dopo la fumata nera dell’incontro in prefettura di ieri. Cgil: “Un’azienda che dovrebbe essere strategica”
I circa duemila partecipanti al corteo contro la chiusura dell’Ansaldo, circa alle 10 hanno bloccato l’accesso di Genova ovest alla A7 in entrata e uscita. Per fermare auto e camion, hanno utilizzato anche un paio di cassonetti. Successivamente sono stati bloccati anche il casello Est e la tangenziale. Segnalati (ovvi) gravissimi disagi al traffico.
Nel pomeriggio i lavoratori hanno annunciato che la protesta sarà ad oltranza, in attesa delle risposte sulla ricapitalizzazione dell’azienda. Sconcerto per i disagi provocati dalla protesta dal presidente regionale Toti.
Alle 16.50 i blocchi ai caselli autostradali sono stati tolti, con persistenti ripercussioni sul traffico cittadino.
Il corteo era partito intorno alle nove dalla sede Ansaldo di Genova Campi. I lavoratori, infatti, avevano indetto uno sciopero dopo la fumata nera dell’incontro in prefettura di ieri.
Ad aprire la manifestazione lo strriscione con scritto “Non vi faremo chiudere Ansaldo Energia”. Hanno aderito alla protesta delegazioni dei portuali di Genova, di Fincantieri, dell’ex Ilva e di Leonardo oltre a una delegazione di studenti medi.
«Dopo oltre 2 mesi dalla comunicazione alla rsu della situazione economica dell’azienda, siamo ancora in attesa di conoscere il futuro di lavoratrici e lavoratori di Ansaldo Energia – ha spiegato la Cgil -. Parliamo di un’azienda che dovrebbe essere strategica per il nostro Paese, ma in realtà manca oggi di prospettive certe e Genova non può continuare a vedere quello che resta del proprio tessuto industriale abbandonato a scelte sbagliate e a mancata progettualità».
«Questa deve essere la lotta di tutta la città come lo è stata quella per il cantiere navale di Sestri Ponente – dice ancora il sindacato -, anche in quel caso avevamo ragione noi, ma servono decisioni immediate. L’intervento annunciato dal Prefetto da parte di Cassa depositi e prestiti era già previsto da una precedente ricapitalizzazione e serve a garantire il pagamento degli stipendi altrimenti a rischio, ma non va oltre».
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