
La società di gestione del risparmio è intenzionata a convocare un cda per deliberare il suo intervento nella ricapitalizzazione. Si tratterebbe di 25 milioni
Anima Holding è pronta a dare il suo contributo per far partire l’aumento di capitale di Mps. La società di gestione del risparmio, a quanto apprende l’ANSA da fonti finanziarie, è intenzionata a convocare – nel più breve tempo possibile compatibilmente con i tempi tecnici richiesti dall’istruttoria – un cda per deliberare il suo intervento nella ricapitalizzazione.
Anima dovrebbe mettere sul piatto circa 25 milioni, consentendo al Monte di disporre di impegni di sottoscrizione più o meno formali per mezzo miliardo di euro, cifra minima a cui le otto banche del consorzio hanno subordinato la concessione della garanzia sull’inoptato.
Anima si era inizialmente detta disposta a contribuire fino a 200 milioni di euro all’aumento in cambio di un rafforzamento degli accordi con Mps nel risparmio gestito, con cui ha una partnership commerciale in scadenza nel 2030.
Ma l’amministratore del Monte, Luigi Lovaglio, ha preferito tenere i due tavoli separati, non accogliendo la disponibilità dell’asset manager. Di fronte alle difficoltà di Mps nel chiudere l’aumento – il cda di ieri si è chiuso senza un nulla di fatto di fronte al diniego delle banche del consorzio di garantire l’inoptato – e pur in assenza di una rinegoziazione degli accordi, Anima avrebbe comunque accettato di scendere in campo per sbloccare lo stallo, colmando il ‘gap’ che ancora esisteva tra gli impegni raccolti da Lovaglio, pari a circa 470-480 milioni, e la richiesta minima di 500 milioni avanzata dalle banche.
L’intervento, di dimensione contenuta rispetto alle previsioni iniziali, si giustificherebbe con l’esigenza di difendere un importante accordo distributivo, che ha davanti a sé un orizzonte temporale ancora di otto anni e che una crisi del Monte, per effetto dell’insuccesso dell’aumento, potrebbe mettere a repentaglio.