
Il social che obbliga gli utenti a esser genuini spopola, e già Tik tok copia l’idea
Immortalati in ufficio, a lezione, o in pose disfatte e assonnate (degne di un quadro decadentista) ancora sotto il piumone, qualcuno riesce ad abbozzare un sorriso ma i più cercano scampo in un palm face per mascherare le facce assonnate o i postumi di una lunga giornata. Eppure nessuno obbliga questi nuovi utenti social, anzi: sono i pionieri di una nuova filosofia di comunicazione (e di un nuovo social media) che premia la genuinità. Il nome del fenomeno? BeReal.
Il concetto alla base di BeReal, la nuova app di condivisione di foto, è semplice: una volta al giorno, a un’ora casuale, a ogni utente viene inviata una notifica per pubblicare una foto dell’ambiente circostante. Tempo massimo per trovare un soggetto decente (o rendersi presentabile) 2 minuti. Decisamente troppo poco per mettersi in tiro. La app inoltre è a prova di “furbetti”: non si possono selezionare foto dal rullino o dalla galleria. Zero speranza quindi per chi sperava di barare e spacciare foto preconfezionate per spontanee. L’idea nasce nel 2020 da due ragazzi francesi: Alexis Barreyat e Kévin Perau. Dopo avere avuto un discreto successo in Francia è esplosa questa estate negli Stati Uniti e a oggi è riuscita a raggiungere 10 milioni di utenti attivi ogni giorno. Il target privilegiato sono la Generazione X e Z, in generale studenti e lavoratori giovani.
Un’altra novità enorme (e molto apprezzata): su BeReal non ci sono like, follower o filtri. Puoi vedere le foto di tutti gli altri solo dopo aver pubblicato le tue. Quindi, se vuoi scorrere le foto dei tuoi amici, devi condividere prima la tua. Ah, e un’avvertenza: la app usa la doppia fotocamera, per scattare una foto sia di noi che di ciò che ci circonda. L’effetto può essere comico ma anche molto imbarazzante: per capirci, meglio trovare un luogo migliore che non il gabinetto; o cercare di rivestirsi in fretta, almeno con l’accappatoio, se si è appena usciti dalla doccia perché qualsiasi superficie riflettente davanti a noi potrebbe metterci a nudo…letteralmente. Insomma, se proprio non potete fingere di trovarvi ai tropici, controllate almeno di non avere uno specchio di fronte prima di scattare in luoghi compromettenti.
Ma perché BeReal sta spopolando? Il suo segreto sembra proprio essere la spontaneità. La piattaforma è diventata rifugio di quegli utenti stanchi delle foto patinate e dei contenuti che in un modo o nell’altro nascondono uno sponsor o un adv. La app inoltre aiuta a capire che la bellezza patinata di Instagram, con foto perfette, capelli sempre impeccabili e altre sofisticazioni, non esiste. BeReal non ha influencer, le foto non sono fatte per “vendere” uno stile di vita o per mercificare un’abitudine o altro. A differenza di un follower su Instagram, selezionato dall’algoritmo che controlla i nostri interessi e le nostre interazioni – anche per spammare in continuazione pubblicità ad hoc- un’amicizia BeReal è uno scambio a due: una caratteristica nostalgica per che ha visto i primi passi di Internet, prima che i social media rendessero ogni aspetto della vita umana una vetrina commerciale.
Ma c’è anche dell’altro e sì, si torna sempre sullo shock sociale della pandemia. Il successo di BeReal, l’app gratuita più scaricata nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia ad agosto, rispecchia anche un desiderio di connessione anziché di consumo che si è acuito col distanziamento. La sua popolarità potrebbe però diventare il suo peggior difetto, visto che altre piattaforme già diffuse stanno copiando la sua idea: TikTok ha lanciato una nuova funzionalità, denominata “Now”, che sembra mirata specificamente alla popolarità di BeReal. Il duello tra finzione e realtà è solo all’inizio.