
Al ministero di Salvini la fetta più consistente del Pnrr, tutti i nodi da affrontare
Oltre 40 miliardi di fondi europei e altri 21 del Fondo nazionale complementare nelle mani di Matteo Salvini, che oggi al cambio di consegne dialogherà con il ministro uscente Enrico Giovannini per iniziare a mettere la testa sull’agenda di Trasporti e Infrastrutture. Sul dicastero del leader della Lega si giocano molte delle sfide più importanti dei prossimi mesi, a partire dal codice degli appalti, appena consegnato in bozza dal Consiglio di Stato a Palazzo Chigi. Oppure quella sul Ponte dello Stretto di Messina, cavallo di battaglia del centro destra e rilanciato proprio da Salvini in queste ore. Se il primo punto sugli appalti è stato gestito da Palazzo Chigi e poi passato al Consiglio di Stato, e dunque resta ben poco da discutere, sul Ponte non è un mistero che le visioni di Giovannini e Salvini siano agli antipodi. Ma non sono gli unici due nodi che dovranno essere affrontati.
Il ministro uscente nel solo mese d’ottobre infatti ha fatto diciotto iniziative di comunicazione sul lavoro di questi mesi, diramando perfino ieri un documento di indirizzi per il nuovo piano della logistica sostenibile. Dai quattro miliardi per gli investimenti idrici al piano per la portualità nel Pnrr, dalle piste ciclabili alle strategie per la decarbonizzazione dei trasporti urbani ai 3,5 miliardi 2021-2022 per il rinnovo del parco autobus, dall’affidamento dell’appalto della Diga foranea di Genova a quello della ferrovia veloce Palermo-Catania, dai progetti per la disabilità ai passi dolomitici: i progetti già in cantiere sono molti. Forse anche per lasciare poco margine al suo successore per modificare il lavoro fatto in questi mesi.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr è una delle fonti a cui potrà attingere il neoministro, oltre a molte risorse indirette: il Piano nazionale complementare (Pnc), grazie al quale alle infrastrutture sono andati due terzi della dotazione di 30 miliardi che nel pensiero di Giovannini dovevano finanziare l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Ma anche i fondi della legge di bilancio 2022, 36 miliardi per le opere Mims. Si tratta in realtà di una gigantesca operazione di riordino e recupero di fondi nazionali, altrimenti frammentati e spacchettati; per questo il Mims può dire che sono state programmate opere complessive per 104 miliardi: 54,2 alle ferrovie, 15 alle strade, 8,6 al trasporto rapido di massa, tre miliardi e mezzo circa ai porti, cinque miliardi e mezzo alla rigenerazione urbana, due miliardi e mezzo già assegnati all’acqua, 15 ad altri settori.
La vera nuova partita Salvini la dovrà giocare altrove, nella legge di bilancio. Il maxi finanziamento del Pnrr ha generato a cascata gare e appalti da capogiro. Ora sarà Salvini a dover gestire la fase finale e far quadrare i conti, soprattutto nella gestione degli extracosti. Proprio su questi il governo uscente ha fatto molto nel 2022, stanziando 10,5 miliardi ed evitando che il Pnrr andasse alla deriva. Per il 2023, però, le casse sono vuote e tutto dovrà essere finanziato. La battaglia di Matteo Salvini inizierà qui, per ritagliarsi un posto al sole nella legge di bilancio.