
La scommessa su una Fed meno arcigna e il sensibile ribasso del gas sotto i 100 euro al MWh (per la precisione quota 96 euro, -15%) hanno ridato vigore alle Borse europee
Mercati azionari del Vecchio continente tutti in aumento nella prima giornata della settimana: la Borsa migliore quasi sullo stesso piano di Milano (+1,93%) è stata quella di Madrid, che ha concluso in crescita dell’1,8%, seguita da Francoforte (+1,6%) e Parigi (+1,5%). Londra ha chiuso in rialzo dello 0,6% nel giorno della proclamazione di Rishi Sunak quale nuovo leader del Partito Conservatore e premier britannico in pectore. Poco convinta anche Amsterdam, in rialzo marginale dello 0,1%.
Le scommesse su una Fed più accomodante del previsto sul rialzo dei tassi, anche alla luce dei dati macro in chiaroscuro che arrivano dagli Usa, e il sensibile ribasso del gas sotto i 100 euro al MWh (per la precisione quota 96 euro, -15%) hanno ridato vigore alle Borse europee che chiudono la seduta quasi tutte con rialzi che sfiorano il 2%.
La migliore è proprio Piazza Affari che, nella prima seduta dopo l’insediamento del nuovo governo, a fine giornata porta a casa un guadagno dell’1,93% riportando l’asticella del Ftse Mib a un soffio dai 22mila punti, sui massimi da fine settembre.
E così nonostante il tonfo delle Borse cinesi, dopo le mancate novità sul fronte economico emerse dal congresso di Pechino, e i segnali di recessione in Europa arrivati dagli indici Pmi di ottobre, i listini del Vecchio Continente hanno continuato sulla via del recupero (interrotta la scorsa settimana solo venerdì). A smorzare leggermente il tono degli indici sul finale di seduta è solo l’andamento volatile di Wall Street, dove si fa sentire il calo dei tecnologici (Tesla in testa).
Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro si attesta a 0,987 (da 0,9806 venerdì in chiusura) mentre lo yen scambia a 148,8 per un dollaro e a 147,1 per un euro dopo i rumors su un nuovo intervento della Bank of Japan a sostegno della divisa asiatica. La sterlina segna 1,1292 dollari (1,1206) con Sunak che sarà primo ministro al posto di Liz Truss.
Petrolio, infine, in calo a 84,7 dollari al barile del Wti di dicembre (-0,4%) e a 93,3 dollari col Brent (-0,2 pe4 cento).
A Milano tra i titoli principali brillano Pirelli (+5,2%) e Interpump (+3,7%). Seduta di acquisti per Tim (+2,7%), alla luce delle ipotesi di riassetto dopo l’insediamento del nuovo governo Meloni, per le utility (Hera +3,3%) ed gli energetici da Enel a +2,4% e Terna +3% con la conferma per entrambe del giudizio “Buy” da Ubs). Fuori dal Ftse Mib, spicca il +3,4% di WeBuild grazie alla commessa per la rete ferroviaria rumena.