Le nuove norme Ue preoccupa Confindustria: «l’Italia tra i migliori in tema riciclo»
La notizia che mette in allarme Confindustria e 700 mila imprese arriva dall’Europa: un nuovo regolamento, già abbozzato a Bruxelles, colpisce il paese membro che proprio nell’industria del riciclo ha un primato europeo.
Su produttori, utilizzatori industriali e commercianti la svolta dell’Ue potrebbe pesare su 6,3 milioni di dipendenti e su un settore che fattura 1.850 miliardi di euro. Si tratta praticamente della totalità delle aziende che aderiscono al il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) a cui andrebbero aggiunte quelle del settore agricolo, della logistica e dell’Ho.re.ca: insomma chi il packaging produce, o che col packaging lavora.
Al momento è circolata solo una bozza del nuovo regolamento: un documento lungo quasi 200 pagine, che tocca diversi ambiti e aspetti della gestione del ciclo di vita degli imballaggi. Ma è bastata la sola proposta a mettere in allarme il mondo delle imprese, perché come sostiene Confindustria: «Rimette in discussione in Italia il modello di riciclo ormai consolidato e su cui il nostro Paese è al primo posto in Europa. Inoltre, il riciclo sarà oggetto di ulteriore rafforzamento grazie agli investimenti del Pnrr – specifica la confederazione – mentre invece questo regolamento rischia di vanificare gli sforzi e gli obiettivi raggiunti finora, andando a creare danni economici tutt’altro che trascurabili lungo l’intera filiera della gestione dei rifiuti». Effettivamente i buoni risultati italiani sono certificati dal Conai: nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate.