
Il Sistema di Informazioni creditizie riscontra una decisa crescita dell’importo medio richiesto, (+18,45%), che si è attestato oltre i 123mila euro
Superata l’emergenza liquidità, che aveva duramente colpito le imprese durante la fase più critica della pandemia inducendole a incrementare la provvista di credito, nel terzo trimestre del 2022 il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane ha fatto segnare una flessione del 4,6% rispetto al corrispondente periodo 2021.
Entrando nel dettaglio, la dinamica in atto riguarda principalmente le imprese individuali che, nel periodo preso in esame, fanno segnare un -11,9%, mentre le richieste provenienti dalle società di capitali si sono mantenute sostanzialmente stabili (-0,8%). Al contempo si riscontra una decisa crescita dell’importo medio richiesto, (+18,45%), che si è attestato a 123.691 euro.
Queste le principali evidenze che emergono dall’ultimo aggiornamento del Barometro Crif, nel quale vengono analizzate in modo puntuale le istruttorie di finanziamento registrate in Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da Crif.
Per quanto riguarda le imprese individuali, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico e produttivo nazionale, l’importo medio dei finanziamenti richiesti è risultato pari a 36.374 euro (in calo del 2,6% rispetto al corrispondente periodo 2021) contro i 163.891 euro delle società di capitali (+17,7%).
«La ripresa economica che si era consolidata nel 2021 aveva consentito un importante recupero del fatturato e dei margini delle aziende italiane, seppur con grosse differenze tra i diversi settori. In questi mesi, la dinamica inflazionistica sta spingendo verso l’alto i fatturati ma l’attuale contesto, caratterizzato da molteplici fattori di tensione, comporta una netta revisione al ribasso delle prospettive sul fronte della marginalità operativa, prevista per il 2022 in calo sia rispetto al 2021 che rispetto al 2019 – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif (nella foto) – Sul fronte della domanda di credito, in questi mesi si è concretizzata la tendenza da parte delle imprese a chiedere un minor numero di prestiti ma, mediamente, di importo più elevato. Nel complesso, va segnalato come la frenata riguardi in particolare le imprese individuali, che in questa fase risentono maggiormente della situazione di incertezza e hanno ridotto sia il numero di prestiti richiesti sia il loro valore».