
Il rappresentante italiano a colloquio con il collega statunitense, sul tavolo anche ‘piano Marshall’ per l’Africa
Si è trattato di un incontro pacato e amichevole, da cui Blinken è uscito dicendosi “grato per la forte partnership” tra i due Paesi. Nel colloquio avuto infatti con il ministro degli Esteri Tajani Washington ha ribadito che su molti temi Italia e Stati Uniti “parlano con una sola voce”. Non ancora sul gas, però. Sul tema dell’energia le posizioni sono infatti distanti, con il rappresentante italiano che chiede una “strategia comune” sul fronte dell’energia “affinché non ci sia un costo troppo alto del gas che acquisteremo da altri paesi, compresi gli Stati Uniti”.
Tra i temi su cui non solo Tajani e Blinken ma anche gli altri ministri presenti, invece, convergono cordialmente la difesa degli interessi industriali, ad esempio. E sulla questione delle “materie prime e delle terre rare”, di cui Tajani ha parlato nell’incontro bilaterale con Blinken. “Sono indispensabili per la produzione industriale di alta qualità”, ha precisato il titolare della Farnesina, ricordando inoltre che l’Italia è il “secondo paese manufatturiero d’Europa”. Un settore in cui la Cina ha una pesante influenza anche se nel summit di Westfalia Tajani non ha voluto puntare il dito ma al contrario, sostiene, promuovere “una cooperazione costruttiva”.
Sulla questione migratoria invece, che ha visto recenti frizioni tra i governi di Berlino e Roma (oggi mitigate da Tajani) la strategia secondo il rappresentante degli Esteri deve prevedere anche un vero “Piano Marshall per l’Africa”, per risolvere il problema “a monte”, ovvero facendo accordi con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, intervenendo contro il terrorismo e sui cambiamenti climatici, agendo per il benessere e la salute degli africani.