
Il ministro dell’Economia spiega perché l’esecutivo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def al 5,6% del Pil
Nonostante i prezzi dell’energia siano diminuiti, restano comunque a livelli alti, per questo c’è il rischio di un nuovo aumento nei mesi invernali. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa alla Nadef, la Nota di aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) approvata venerdì dal Cdm.
«L’approvvigionamento di gas dell’Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell’attuale contesto geopolitico – ha dichiarato Giorgetti – In tale quadro, l’obiettivo prioritario del Governo non poteva che confermarsi quello di limitare quanto più possibile l’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, nonché di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane sia a livello globale sia nel contesto europeo, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e non solo».
«Ed ecco perché il Governo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def pari al 5,6% del Pil e di utilizzare una quota maggioritaria del risultante spazio di bilancio – ha proseguito il ministro – quantificabile in poco più di nove miliardi, a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell’energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre. L’andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023. Al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo Def, si valuterà se sussista l’esigenza di ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie, e si definiranno le modalità di finanziamento di tali interventi».