
Grazie a sensori in grado di monitorare il ph e i cloruri del calcestruzzo, la start up si occupa della salute degli edifici, per intervenire e prevenire
Se alziamo lo sguardo per strada ci rendiamo conto che siamo circondati da infrastrutture ed edifici, molti dei quali in calcestruzzo. Complessi che ci sembrano impenetrabili e duraturi, ma che “soffrono” come ogni cosa il passare del tempo e degli agenti atmosferici. Per agire sul loro deterioramento, ma anche per prevenirlo, c’è TemLab, un’azienda innovativa guidata da Angelo Mulone che si occupa di monitorare lo stato di salute degli edifici per poter intervenire sul danno al calcestruzzo dovuto a intemperie e corrosione e in diversi casi prevenirlo.
L’approccio di TemLab è una visione non distruttiva sui metodi per effettuare monitoraggio del degrado del calcestruzzo. Questo materiale ha una parte fondamentale, il cosiddetto copriferro, che quando va a deteriorarsi può compromettere seriamente la stabilità dell’edificio. Come una sorta di pelle, ricopre le parti più importanti di colonne, travi e strutture; e proprio come la pelle che se indebolita agevola l’ingresso di infezione, così anche questa “cute” di cemento se lesionata può far penetrare al suo interno agenti corrosivi che minano la tenuta di tutto l’elemento portante. Questi agenti aggressivi possono venire dall’aria, come ad esempio l’anidride carbonica, oppure può trattarsi di cloruri solubili e trasportati dagli agenti atmosferici. Quando questa copertura inizia a essere erosa, allora è già troppo tardi: i cloruri sono molto pericolosi per le strutture in acciaio.
Ma come TemLab può curare un calcestruzzo “malato” intervenendo su questi fattori? Il segreto di TemLab è l’inserimento, nei primi centimetri della struttura, di un sensore delle dimensioni di un filo elettrico – quindi poco impattante sulla struttura – che misura il ph e i cloruri di questo primo strato di calcestruzzo. Se il ph è molto alto, allora l’elemento architettonico è “in salute”; altrimenti scatta l’allarme. Quello che ha inventato TemLab non è il sensore, ma il sistema di registrazione e lettura dei dati raccolti da questo: il “cervello” che misura queste informazioni. I dati possono essere poi essere letti su qualsiasi device, da uno smartphone a un computer, attraverso una “lavagna” dove sull’asse delle coordinate si trova il tempo di monitoraggio, mentre su quello delle ascisse i parametri misurati. Tutto molto immediato e intuitivo, per permettere a colpo d’occhio di individuare il problema e pensare una soluzione.
Il cliente di TemLab può essere chi deve gestire il bene immobile, che sia quindi un’amministrazione appaltante o un condominio. Una platea che una volta che si rivolge a TemLab può rivolgersi alla start up anche per avere una consulenza sul problema, ma può anche agire in autonomia utilizzando il sistema per gestire secondo le proprie esigenze il rischio. Edifici civili e moderni, ma non solo: il sistema innovativo di TemLab può essere utilizzato anche per gli edifici storici, esposti anche loro ai rischi della penetrazione dei cloruri. TemLab sta inoltre sviluppando un progetto per tracciare non solo il ph e i cloruri, ma anche i solfati, che creano dei “tumori” nel calcestruzzo.
La start up ha già affascinato investitori fuori confine, da Budapest a Dubai, e ha già effettuato collaborazioni con il Cnr e con l’Università di Palermo. Il futuro degli edifici nuovi e antichi è al sicuro, grazie al sistema brevettato da TemLab.