
Il vice presidente della Banca centrale europea De Guindos ha illustrato i tre capitoli nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria
Indebolimento dell’economia assieme all’inflazione più alta, che spinge la banca centrale a inasprire le condizioni di finanziamento; riduzione delle liquidità di mercato che aumenta i rischi di “aggiustamenti dei prezzi disordinati, che potrebbero mettere alla prova la resilienza dei fondi di investimento”; supporto alle fasce più vulnerabili sui rincari dell’energia, che deve evitare di interferire con la normalizzazione della politica monetaria.
Sono i tre capitoli identificati dalla Banca centrale europea nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria. «La nostra valutazione è che i rischi sulla stabilità finanziaria siano aumentati, mentre nell’area euro è diventata più probabile una recensione tecnica -, afferma il vicepresidente della Bce, Lous de Guindos nell’editoriale dello studio -. Persone e imprese stanno già risentendo dell’impatto dell’alta inflazione e dell’indebolimento dell’attività».
Secondo la Bce gli ultimi sviluppi stanno aumentando la vulnerabilità di imprese, famiglie e dei governi maggiormente indebitati. Aumentano anche le pressioni sui mercati finanziari che mettono alla prova i fondi di investimento. E tutte queste vulnerabilità “potrebbero innescarsi simultaneamente – osserva la Bce – potenzialmente rafforzandosi a vicenda”.
Lo studio non esclude un aumento delle insolvenze delle società se le prospettive economiche dovessero ulteriormente peggiorare, in particolare per i settori a maggior uso di energia. Intanto l’alta inflazione sta erodendo il potere di acquisto delle famiglie al tempo stesso riduce la loro capacità di ripagare le rate dei prestiti.
A fronte di questi due elementi “le banche potrebbero ritrovarsi con maggiori perdite sui crediti nel medio termine. Mentre di recente il settore bancario assistito a una ripresa della redditività con il rialzo dei tassi, vi sono crescenti segnali di un deterioramento della qualità degli attivi – prosegue la Bce – che potrebbero richiedere maggiori accantonamenti”. Ad ogni modo complessivamente settore bancario dell’area euro viene giudicato ben posizionato per gestire “molti rischi”, in parte a seguito delle riforme regolamentari prudenziali dell’ultimo decennio