
Allo studio cuneo fiscale, alzato il tetto della flat tax, Giorgetti: “Confido nelle forse politiche”
Tra le ipotesi, tassare il delivery per incoraggiare il commercio di prossimità. È una delle mille proposte di cui ha discusso il vertice di maggioranza in attesa del Consiglio dei ministri di lunedì prossimo. Sul fronte pensioni il governo sembra fare rotta verso “quota 103” (vale a dire 62 anni d’età e 41 di contributi). Ci sarebbe anche la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna. Il tetto per l’aliquota unica applicata ad autonomi e partite Iva (la così detta flat tax) salirà dagli attuali 65mila e 85mila euro; si pensa invece di stanziare circa un miliardo per le misure in favore della famiglia. Il cuneo fiscale sarebbe invece portato al 3%.
Con enorme sorpresa l’esecutivo Meloni starebbe anche valutando la riduzione o azzeramento per un anno dell’Iva su pane, pasta e latte e Iva ridotta al 5% sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile, cioè gli assorbenti. Una manovra, quella sul costo degli assorbenti, chiesta da anni dalle donne italiane ma mai concretizzata dai precedenti governi. Il testo interverrebbe anche sui meccanismi dell’assegno unico. Tra le ipotesi un raddoppio da 100 a 200 euro della maggiorazione forfettaria del contributo universale per i nuclei familiari con quattro o più figli e 100 euro in più per i nuclei familiari con figli gemelli, fino al compimento del terzo anno di età.
Sul fronte stralcio delle cartelle, sarà completo per quelle sotto i mille euro o un pagamento ridotto senza sanzioni, anche perché, viene si è detto nel corso della riunione, sarebbe molto più costoso riscuoterle. Per le cartelle sopra i mille si pensa invece a una riduzione delle sanzioni e interessi al 5% e una rateizzazione in cinque anni. Si allontana però l’ipotesi di un scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. Restano alcuni grandi nodi da sciogliere, in primis l’energia, che drena il grosso delle risorse: oltre 21 miliardi su un totale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 30. Restano i cavalli di battaglia, come la revisione del Reddito di Cittadinanza (con una stretta per limitarlo ai residenti in Italia) che potrebbe garantire coperture facendo rientrare dei fondi, in particolare coprendo il necessario sul versante pensioni; altre risorse sono attese dalla rimodulazione degli extraprofitti, con un calcolo basato sugli utili e una tassa alzata almeno al 33%.
«È stato un incontro interlocutorio, ho rappresentato un quadro di prudenza e confido nel fatto che le forze politiche con responsabilità sosterranno questo approccio». Lo ha dichiarato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti in una nota al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla Manovra,assicurando inoltre che «essere determinatissimo a tenere la barra dritta con alcune priorità: sostenere in questa fase le fasce più deboli e le imprese che devono fare i conti con la crisi energetica».
Non convince però del tutto le associazioni, critiche anche su quanto riguarda la “Amazon Tax” o tassa sul delivery. Già a fine ottobre si erano sollevate alcune critiche, in particolare da parte di Netcomm, l’associazione del settore e-commerce. «La presunta ‘tassa verde’ sulla rete distributiva dell’eCommerce proposta dal governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese» aveva detto all’epoca il presidente Roberto Liscia, aggiungendo «porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia – sottolineò– sul piano internazionale. E a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’eCommerce».