
Il segretario della Uil: “I Mondiali possono essere un’occasione per parlare delle condizioni dei lavoratori”
«Più che boicottare i mondiali in Qatar la cosa importante è parlare di questi lavoratori – più di 6.500 si stima – che sono morti per costruire gli stadi. Ormai gli stadi sono stati costruiti e purtroppo non si può tornare indietro. L’importante è parlare di questo tema affinché questi episodi non si verifichino un’altra volta. Una vicenda che lascia un segno anche per le condizioni di lavoro simili alla schiavitù».
Ad affermarlo all’Adnkronos è l’ex segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, rispondendo a chi chiede se fosse stato il caso di boicottare i mondiali in Qatar. Durante la costruzione degli stadi in Qatar «sono state violate tutte le norme, una cosa disumana. Sono le conseguenze drammatiche di quello che succede quando i lavoratori non si organizzano e non si autotutelano», spiega l’ex leader della Uil.
«Quello che è successo è un monito per tutti: ci sono diritti che vanno rispettati. Il Mondiale deve essere un’occasione per far risaltare questo dramma. Questo – sottolinea ancora Angeletti – sarà uno dei primi compiti a cui sarà chiamato Luca Visentini, che è il primo italiano a guidare l’Ituc, la confederazione sindacale internazionale».