
Gli investitori si interrogano sulle future mosse delle banche centrali e sull’andamento dell’economia mondiale. Titolo Juventus tiene, nonostante la bufera
Chiusura quasi ferma per le Borse europee, ad eccezione di Francoforte che termina con il segno meno. A Milano, l’indice Ftse Mib archivia le contrattazioni a 24.465 punti (+0,10%), seguita da Parigi (+0,06%). Più tonica la performance di Londra, che chiude con un progresso dello 0,53%, mentre termina la giornata in rosso Francoforte, lasciando sul terreno lo 0,21%. Anche da Wall Street sono arrivati pochi suggerimenti, salvo un peggioramento nell’ultima mezz’ora.
Del resto gli investitori si interrogano sulle future mosse delle banche centrali e sull’andamento dell’economia mondiale. Quest’ultima difficile da prevedere considerando la complicata situazione in Cina, tra lockdown e proteste.
La Germania ha fatto tirare un sospiro di sollievo annunciando un’inflazione in rallentamento e inferiore alle attese, ma il dato non ha fornito sollievo ai listino, complice il fatto che la vigilia la numero uno della Bce, Christine Lagarde, ha preannunciato di prevedere che la crescita dell’indice dei prezzi non ha ancora raggiunto il picco. Lo spread si è portato a 190,45 punti e il rendimento dei Btp a dieci anni al 3,8%.
A Piazza Affari sono state comprate le Erg (+1,9%), nel giorno del debutto del titolo nel Ftse Mib, al posto di Atlantia (inv). Sono leggermente salite le banche, fatta eccezione di Unicredit giù dell’1%.
Dopo la debolezza della vigilia, hanno rialzato la testa le azioni oil, con Eni in progresso dell’1,27%, Saipem del 4,18%. Fuori dal paniere principale la Juventus ha arginato le perdite allo 0,93% dopo il terremoto ai vertici. Sul fronte dei cambi, l’euro vale 1,034 dollari (ieri a 1,0380 dollari) e 143,07 yen (144,15), mentre il dollaro-yen si attesta a 138,35 (138,86).
Il petrolio, in rialzo per tutta la seduta, veleggia sui valori di ieri: il wti si attesta a 77,44 dollari al barile). Infine è in rialzo il valore del gas: il contratto di dicembre si attesta a 132.550 euro al megawattora (+7,5%).