
Da un’indagine emerge che come il contante non sia scevro da costi
Non accenna a diminuire la polemica sul Pos, dopo la decisione del governo Meloni di istituire l’obbligo dai 60 euro in su. Secondo l’esecutivo accettare pagamenti con bancomat e carte di credito può “impoverire” i commercianti, ma ci sono delle voci contrarie.
Il Fatto Quotidiano, insieme all’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, ha pubblicato alcuni dati che sembrano fotografare una situazione differente. Per le microtransazioni, la moneta elettronica sembra ormai più conveniente rispetto al contante, al quale – secondo la Banca d’Italia – potrebbero legarsi i costi di trasporto, il rischio di furti e gli errori umani sui resti. Alcuni istituti di credito, come Intesa Sanpaolo, hanno azzerato il canone mensile fino alla fine del 2022 e annullato le commissioni per le transazioni sotto i 15 euro per le piccole e medie imprese fino alla fine del 2023.
Dall’articolo emerge che anche al di fuori dei circuiti di pagamento tradizionali si trovano delle alternative. Satispay, ad esempio, non trattiene percentuali per gli acquisti sotto i 10 euro, mentre per quelli superiori trattiene 20 centesimi. Axerve, invece, propone per i nuovi clienti due mesi di canone gratuito e poi un canone mensile fisso, che varia a seconda del fatturato, e nessuna commissione sui pagamenti.
Per gli acquisti superiori ai 15 euro, invece, quasi tutte le banche trattengono una commissione, che variano tra lo 0,9% e l’1,8%.
È opinione come, al contrario, che il contante sia gratis. Non sembra, però, essere così. La Banca d’Italia cita tra gli esempi il tempo di rendicontazione della cassa, il costo di trasporto, le assicurazioni che devono essere sottoscritte dai commercianti, il rischio di errore umano e i mancati resti. Sembra, secondo Bankitalia, che il costo del contante si abbatta soprattutto sui piccoli esercizi commerciali. Dal report emerge che il costo delle banconote sia di circa 19 centesimi per ogni spesa, l’1,1% per ogni scontrino medio.
Si è molto parlato del Piano Cashless varato dal governo Conte nel 2020, che ha introdotto il credito di imposta al 30% su tutte le transazioni eseguite con moneta elettronica. Il circuito Bancomat ha poi annullato le commissioni per tutti gli acquisti al di sotto dei cinque euro. Il governo Draghi ha poi alzato il credito al 100% fino a giugno 2022, quando il credito di imposta è tornato al 30% per tutte le aziende con un fatturato annuo inferiore ai 400.000 euro.