
Epic Games difende il videogioco, ma per il giudice “i pericoli derivanti dall’uso di Fortnite rappresentano una questione da affrontare con serietà”
Scattata in Canada una class action guidata da tre genitori di ragazzini vittime delle dipendenza da Fortnite, un famosissimo videogioco.
Secondo i legali della class action il videogioco ha creato una dipendenza “come se fosse cocaina”. Da quattro anni l’Oms ha riconosciuto l’effetto dipendenza dei videogiochi.
Fortnite è nato nel 2017 e conta 350 milioni di giocatori in tutto il mondo, di questi almeno 80 giocano ogni mese. Uno dei ragazzini citati nella class action avrebbe passato più di 7700 ore a giocare a Fortnite in meno di due anni, con una media quindi di circa 10 ore al giorno. Un altro piccolo videogiocatore sarebbe diventato “aggressivo e volgare” proprio giocando online. Secondo gli avvocati la Epic Games e la sua sussidiaria canadese proprietarie del videogioco hanno dato ai ragazzini un prodotto studiato appositamente per “creare dipendenza” e, come successo per il tabacco, è stato necessario aspettare anni per capirne gli efffetti.
I ragazzini, tutti abitanti del Québec, hanno registrato poi anche sintomi gravi dalla mancanza di sonno alla perdita di appetito dopo aver partecipato alla Battle Royale, una sorta di guerra tutti contro tutti dove possono partecipare decine e decine di giocatori, da tutto il mondo. La possibilità di giocare sia da pc sia da smartphone ha reso Fortnite un fenomeno globale rendendolo un impero del gioco, ragazzini pur di acquistare armi o attrezzature hanno contratto debiti per centinaia di euro e non è chiaro se i genitori ne siano a conoscenza.
Sylvain Lussier, il giudice della Corte superiore del Quebec, ha stabilito che la class action non è “superficiale o chiaramente infondata” e anzi “i pericoli derivanti dall’uso di Fortnite rappresentano una questione da affrontare con serietà”. Da par sua Epic Games ha sottolineato di aver messo a disposizione dei genitori alcuni strumenti di controllo e aver posto un limite alla spesa giornaliera degli utenti minori di 13 anni, da Epic Games viene inoltre fatto sapere che riusciranno a mostrare “come questo caso sia senza basi” portando “avanti la nostra battaglia in tribunale“.