
La benzina e il diesel continuano a muoversi sui 2 euro al litro, nonostante dei lievi ritocchi dei prezzi al ribasso sulla rete nazionale
«Bene la convocazione delle associazioni di consumatori. Il governo, comunque, non accampi scuse. Non vorremmo, insomma, che le speculazioni diventassero un’arma di distrazione di massa». Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, dopo gli aggiornamenti sui prezzi dei carburanti sulla rete.
Secondo QE, infatti, la benzina e il diesel continuano a muoversi sui 2 euro al litro, nonostante dei lievi ritocchi dei prezzi al ribasso sulla rete nazionale dovuti al calo di mercoledì delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi (che poi sono tornate a salire giovedì e venerdì).
«Il primo responsabile di quanto sta accadendo, infatti, è il governo stesso che ha deciso di aumentare le tasse agli italiani, prima alzando le accise di 10 cent a partire dal primo dicembre e poi non rinnovando dal primo gennaio lo sconto rimasto di 15 cent. Una stangata, solo quest’ultima, pari a 9 euro e 15 cent per un pieno da 50 litri» prosegue Dona.
«Quanto alle speculazioni, è da marzo dello scorso anno che ancora attendiamo risposte, sia rispetto al nostro esposto alla Procura di Roma, che aveva aperto un fascicolo d’indagine il 14 marzo 2022, sia rispetto ai 3 esposti inviati all’Antitrust l’11 marzo 2022, il 24 marzo 2022 e l’8 aprile 2022. La Guardia di Finanza, poi, aveva finito con il multare alcuni distributori colpevoli di aver comunicato dati errati al ministero o che esponevano prezzi sbagliati», rileva l’Unc.
«Insomma, se il governo vuole fare davvero una battaglia contro le speculazioni accolga settimana prossima la richiesta che facciamo da anni in occasione della legge annuale sulla concorrenza, ossia di dare più poteri alle istituzioni preposte ai controlli, ad esempio dando una definizione di prezzo anomalo, considerando pratica scorretta quella di chi, approfittando di eventi come scioperi dei trasporti, maltempo, pandemia, guerra in Ucraina, pratica ricarichi eccessivi, condizionando indebitamente i consumatori» conclude Dona.