
Si va verso l’alzamento dell’età pensionabile a 62 a 64 anni e della pensione minima a 1.200 euro
Era uno dei nodi cruciali tanto del programma del presidente Macron quanto della prima ministra Borne: sarà infine presentata oggi la nuova riforma delle pensioni in Francia, già parecchio discussa. Il provvedimento interviene sul sistema previdenziale ed è stato trattato con molta urgenza dal Governo vista l’esigenza di sopperire al sistema a ripartizione ormai inadeguato. Il rischio, altrimenti, è di generare un deficit di circa 20 miliardi di euro nel 2030.
Stando alle prime indiscrezioni sulla riforma, si andrebbe verso un innalzamento progressivo della soglia di pensionamento che passerà dagli attuali 62 ai 64 anni. Un anno in meno rispetto ai 65 già paventati che avevano suscitato non poco malcontento.
Altra novità riguarda la pensione minima, che sarà alzata a 1.200 euro, pari all’85% del salario minimo. Ora Macron teme per i numeri in Parlamento. Dopo aver perso la maggioranza assoluta, il partito del presidente punta ora sul sostegno esterno dei Républicains per evitare di forzare la mano sfruttando il contestato articolo 49.3 che consente l’adozione di una legge senza passare per il Parlamento.
Secondo un recente sondaggio Ifop-Fiducial il 68% dei francesi, oltre due terzi, è contrario a questa riforma. Seguono con apprensione la vicenda anche i sindacati che, supportati dai partiti di opposizione, hanno già dichiarato battaglia al Governo.
Vista la crescente tensione sociale, anche le forze dell’ordine sono sull’attenti con la Polizia che ha dichiarato di temere un’esplosione “della rabbia delle componenti sociali che potrebbe concretizzarsi dopo gli annunci del Governo“. A pesare ulteriormente sul malcontento popolare c’è anche il rincaro energetico che sta mettendo in difficoltà, in Francia così come nel resto d’Europa, diversi settori produttivi, “con forti rivendicazioni salariali nel pubblico e nel privato“.