
Nel Bollettino trimestrale alza la stima allo 0,6%, dallo 0,3% indicato nella previsione, ma avverte che la proiezione è puramente “indicativa”
L’Italia non finirà in recessione quest’anno. La Banca d’Italia nel Bollettino economico trimestrale alza addirittura la stima allo 0,6%, dallo 0,3% indicato nella previsione dello scorso ottobre, ma avverte che la proiezione è puramente “indicativa” data “un’incertezza eccezionalmente elevata, associata all’andamento dei prezzi e della disponibilità di materie prime” e “alle ripercussioni della fase di restrizione monetaria a livello globale”.
I rischi per lo scenario dell’economia italiani sono quindi al ribasso. La recessione colpirebbe invece il Paese nello scenario avverso: quello con uno stop totale delle forniture energetiche della Russia all’Europa. Il 2022, invece, si avvia ad essere archiviato con una crescita del 4% con un indebolimento nel quarto trimestre rispetto al terzo (+0,5% quest’ultimo).
Le stime del Bollettino Economico nello scenario di base indicano una crescita del Pil in accelerazione all’1,2% sia nel 2024 che nel 2025. L’inflazione, salita quasi al 9% in media nel 2022, scenderebbe al 6,5 quest’anno e più decisamente in seguito, portandosi al 2% cento nel 2025.
Il calo dell’inflazione quest’anno, secondo il Bollettino, dipenderà soprattutto dalla progressiva diminuzione dei prezzi delle materie prime, i cui effetti sarebbero solo in parte compensati all’accelerazione dei salari. L’inflazione di fondo salirebbe ancora nel 2023, al 3,8 per cento, per ridursi a valori prossimi al 2 per cento nel 2025.
Nello scenario di previsione degli economisti di via Nazionale l’occupazione continuerebbe a crescere e il tasso di disoccupazione si ridurrebbe lievemente nel triennio.
Riguardo ai consumi delle famiglie, che nel 2022 hanno riflesso il ritorno alle abitudini di spesa precedenti la pandemia, quest’anno in risentirebbero degli effetti negativi dell’alta inflazione e del deterioramento della fiducia e crescerebbero di circa l’1,5 per cento. Il tasso di risparmio, diminuito al 7,1 per cento nel terzo trimestre del 2022,scenderebbe ancora nell’anno in corso, per recuperare solo parzialmente nel biennio successivo.
Gli investimenti crescerebbero in media quasi del 2 per cento nel triennio 2023-25. Le esportazioni, cresciute in modo vigoroso nel 2022, anche grazie alla normalizzazione dei flussi turistici internazionali, rallenterebbero nettamente quest’anno, sotto il 2% per espandersi in maniera più decisa nel prossimo biennio.
Le proiezioni della Banca d’Italia sull’andamento del Pil sono lievemente più favorevoli di quelle degli altri principali previsori per il 2023 e in linea per il 2024.