La Banca osserva come, analogamente a quanto avviene per le attività finanziarie tradizionali, la quota di possessori è più elevata tra i nuclei abbienti
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse a livello globale da parte delle famiglie verso le criptoattività, la cui diffusione è tuttavia ancora contenuta nel nostro paese. Lo certifica la Banca d’Italia nel Bollettino Economico che – riportato i risultati di un sondaggio condotto la scorsa estate – riporta come solo il 2,2% delle famiglie italiane deteneva criptoattività.
Il valore è in linea con quello calcolato dalla Bce su un campione di cittadini italiani intervistati tra marzo e maggio del 2022 e conferma la cautela delle nostre famiglie: infatti, continua Via Nazionale, negli Stati Uniti – dove il ricorso a tali strumenti è stato più ampio – il 12 per cento degli individui adulti ha dichiarato di avere utilizzato o detenuto criptoattività nel 2021; nel complesso dell’area dell’euro la quota di possessori nel 2022 è stimata pari al 4 per cento.
Bankitalia osserva come analogamente a quanto avviene per le attività finanziarie tradizionali, la quota di possessori è più elevata tra i nuclei abbienti: si passa dal 4,3 per cento delle famiglie” nella fascia più elevata della distribuzione del reddito a meno dell’1 per cento fra le famiglie meno abbienti.
La diffusione di criptoattività è inoltre maggiore tra i più giovani (5,7 per cento delle famiglie in cui il soggetto rispondente ha meno di 45 anni, a fronte dello 0,2 per cento della fascia più anziana, plausibilmente in connessione con un maggiore utilizzo degli strumenti informatici.
La percentuale è più alta tra i liberi professionisti e gli altri lavoratori autonomi (6,7 %) e sale al 19 per cento tra i soggetti meno avversi al rischio.
L’ammontare di criptoattività detenute dalle famiglie italiane è comunque limitato: due terzi dei nuclei hanno riportato di possederne fino a 5.000 euro, mentre solo l’11 per cento ha dichiarato importi superiori a 30.000 euro.
Tuttavia, conclude Bankitalia, i potenziali rischi connessi alla diffusione di questi strumenti rendono necessario seguire con attenzione gli sviluppi del mercato e introdurre a livello sovranazionale modifiche regolamentari per tutelare gli utenti e preservare la stabilità del sistema finanziario.
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