
Nel giorno in cui il multimiliardario affronta l’accusa di aver influenzato il mercato, il titolo della casa automobilistica torna a ruggire a Wall Street
Ieri a Wall Street Tesla ha chiuso con un incredibile +7,7%, nel giorno in cui Elon Musk ha provato a dimostrare in tribunale che i famosi tweet del 2018.
I post erano sul suo desiderio di far uscire l’azienda dal mercato azionario e privatizzarla, e quindi non sarebbero stati fuorvianti o fraudolenti, contrariamente alle accuse degli investitori che in una class action hanno denunciato di aver perso milioni di dollari a causa del miliardario.
Il numero 1 di Tesla – e di Twitter, da fine ottobre – aveva destato stupore il 7 agosto 2018 dicendo di voler ritirare il suo gruppo dalla Borsa al prezzo di 420 dollari per azione, assicurando poi che il finanziamento era “garantito”.
“Non stavo dicendo che era fatta, stavo solo dicendo che lo stavo considerando, ci stavo pensando. E che secondo me il finanziamento era sicuro”, ha detto Musk sul banco dei testimoni nel tribunale di San Francisco, dove si sta svolgendo il processo.
La scorsa settimana l’avvocato dell’accusa, Nicholas Porritt, ha puntato il dito contro il fondatore di Tesla per aver “mentito” e lo ha ritenuto responsabile delle perdite degli investitori.
Sulla scia dei suoi tweet il titolo di Tesla balzò (e il Nasdaq sospese temporaneamente il prezzo delle azioni), prima di scendere nei giorni successivi. Articoli di stampa avevano rivelato che il patron di Tesla non aveva davvero i fondi. E la casa automobilistica è rimasta quotata in Borsa.
Infine, ma non per importanza, attesa domani per la trimestrale.
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