
Seduta nebulosa per le Borse europee, tra dati macro e trimestrali, che cercano di capire lo stato di salute dell’economia e, quindi, le future mosse della Bce. In chiusura, i principali listini del Vecchio Continente hanno così terminato le negoziazioni poco sopra la parità, con Milano rimasta in territorio positivo, seppur a fatica, grazie ai bancari.
Il Cac 40 di Parigi guadagna lo 0,26% a 7.050,48 punti e l’Ibex 35 di Madrid lo 0,25% a 8.966,67 punti. Il Ftse 100 di Londra cede lo 0,33% a 7.759 punti e l’Aex di Amsterdam lo 0,2% a 746,4 punti. Il Dax 30 di Francoforte si ferma sotto la parità dello 0,05% a 15.095,05 punti. Infine, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib in rialzo dello 0,24% a 25.584 punti
A rendere prudente il clima della giornata, infatti, ci ha pensato la presidente della Bce, Christine Lagarde, che ieri sera a mercati chiusi aveva spiegato che i tassi d’interesse «dovranno ancora aumentare significativamente». Parole solo in parte controbilanciate poco fa dal collega Fabio Panetta, per il quale le valutazioni si faranno a marzo: «Qualsiasi indicazione incondizionata, ossia slegata dall’evoluzione prospettica dell’economia, che vada oltre febbraio si discosterebbe dal nostro approccio basato sui dati».
Tra un messaggio dell’Eurotower e l’altro, in mezzo sono anche arrivati gli indici Pmi europei, a sorpresa sopra le attese. Ennesima indicazioni che potrebbe lasciare mano libera ai banchieri centrali sui futuri ritocchi del costo del denaro.
Sul valutario, l’euro prosegue il suo recupero sul dollaro e scambia a 1,088 verso il biglietto verde (da 1,0826 ieri in chiusura) e a 141,37 yen (141,90). Il cross dollaro/yen si attesta a 129,90 (da 130,09).
In forte ribasso verso fine seduta il prezzo del gas naturale a 58,7 euro al MWh (-11%) grazie a meteo in miglioramento e scorte sopra la media. Perde quota, infine, il petrolio con il Wti di marzo a 80,7 dollari al barile (-1,2%) e il Brent a 86,9 dollari (-1,3 per cento).
In questo clima, mentre Wall Street fa i conti con un problema tecnico al Nyse, che ne ha frenato in avvio gli scambi, il Ftse Mib di Milano chiude con un mini-guadagno grazie alla tenuta degli istituti di credito, tutti in cima al listino, da Intesa Sanpaolo (+2,1%) a Bper (+1,4%), fino a UniCredit (+1,5%), che mostrano di apprezzare la prudenza di Panetta. Il dietrofront del greggio pesa invece su Saipem (-3,4%), Eni (-1,5%) e Tenaris (-1,3%). Si raffredda anche il rendimento sui BTp decennali che torna sotto la soglia psicologica del 4%.