Nel 2022 in tutto il Paese hanno chiuso 554 sportelli bancari, lasciando senza neanche una filiale quattro milioni di correntisti
Quello della “desertificazione bancaria” è un problema sempre più concreto per migliaia di correntisti italiani. A confermare questo timore sono gli ultimi dati diffusi da Bankitalia e Istat e rielaborati da First Cisl relativi al 2022, anno in cui sul territorio nazionale hanno chiuso ben 554 sportelli. Una contrazione del -2,6% rispetto al 2021.
Così, di pari passo aumenta anche il numero di persone che nel proprio comune di residenza non hanno accesso a una filiale della propria banca, un dato che ha raggiunto i quattro milioni di correntisti (250mila persone in più rispetto all’anno precedente). A questa schiera stanno potrebbero aggiungersi, a breve, ben 6 milioni di persone nei quali comuni di residenza è rimasto un solo sportello.
Attualmente il rapporto tra la popolazione e il numero di sportelli bancari sul territorio è in calo a 35,5 punti (rispetto a 36,5 dell’anno scorso) ogni 100mila abitanti; a tal proposito un dato interessante ci indica che la chiusura delle banche nei territori non dipende solo dalla dimensione del Comune, tanto che fra i Paesi in cui non esiste alcuno sportello 9 hanno più di 10mila abitanti; 12 dei comuni completamente desertificati hanno più di 15mila abitanti.
Si evidenziano naturalmente anche differenze territoriali; se la media nazionale di comuni senza sportelli bancari in ogni regione è del 39,9%, in Molise si tocca il picco dell’82%, seguito da Calabria (71%). La soglia supera il 50% anche in Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Abruzzo e Campania.
«Continuare a ridurre la presenza sui territori – ha commentato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – significa muoversi in direzione opposta agli obiettivi del Pnrr, che punta invece a chiudere il gap di sviluppo tra le diverse aree del Paese».
È in questa direzione che si muove il progetto Polis di Poste Italiane che con i suoi 1,2 miliardi di euro di investimento “punta ad avvicinare i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini integrando la rete fisica degli sportelli con il canale digitale“. Un’iniziativa, conclude Colombani, che “rappresenta una grande possibilità di sviluppo per le piccole comunità e le aree interne, destinate altrimenti alla marginalizzazione“.