
26 Comuni con pochi residenti ma ingenti afflussi di turisti in estate spingono per una legislazione speciale per gestire i servizi interni
Il Ministero del Turismo ha dato appuntamento a Roma alle “capitali” marittime d’Italia, le destinazioni con almeno un milione di presenze turistiche annuali, per rilanciare un progetto dedicato alle città balneari. Parliamo di 26 Comuni di Sardegna, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Puglia e Friuli-Venezia Giulia che insieme raccolgono 70 milioni di presenze, riuniti per l’iniziativa G20 Spiagge.
Si tratta nello specifico di Ischia e Sorrento (Campania); Bellaria, Igea Marina, Cattolica, Cervia, Comacchio, Riccione (Emilia Romagna); Lignano Sabbiadoro (Friuli Venezia Giulia); Vieste (Puglia); Alghero e Arzachena (Sardegna); Taormina (Sicilia); Bibbona, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Orbetello, San Vincenzo, Viareggio (Toscana); Bibione, Caorle, Cavallino-Treporti, Chioggia, Jesolo e Rosolina (Veneto).
Questi Comuni hanno avanzato al Governo la richiesta di istituire delle “città balneari”, proposta immediatamente raccolta dal ministro del Turismo Daniela Santanché che ha convocato “entro 15 giorni un tavolo al Ministero” per avviare l’iniziativa parlamentare: «i tempi ci sono – assicura Santanché – ce la faremo».
Fulcro della proposta è l’istituzione di uno status che consentirebbe a questi Comuni di gestire mediante una legislazione speciale alcuni dei propri servizi interni, dato il netto aumento della popolazione nei mesi estivi. «Le nostre non sono città come le altre – ha spiegato in questa occasione la sindaca di Riccione Daniele Angelini. – Durante i periodi di massima affluenza vediamo decuplicare la popolazione rispetto al numero dei residenti e ci serve una legislazione su misura che tenga conto di problemi come sicurezza e raccolta dell’immondizia».
Non si tratta dunque di una “riforma a costo zero” come ha precisato subito Santanché, secondo cui “dobbiamo capire quali sono le soluzioni migliori” e “aumentare i servizi” in modo ponderato; ad esempio, spiega la ministra, “nel periodo di maggior turismo non possono rimanere gli stessi vigili di quando non c’è tale esigenza“. Tale divario crea un nettissimo spaccato stagionale in molti centri che da piccoli Comuni in estate si trasformano in città di medie dimensioni, raggiungendo anche i 150mila residenti.
«Le nostre città sono centri molto piccoli d’inverno, ma metropoli d’estate – spiega ancora la sindaca di Cavallino-Treporti in provincia di Venezia Roberta Nesto. – C’è la necessità di dare servizi ai cittadini residenti, ma anche agli ospiti. Riteniamo che lo status di città balneari sia impellente: per questo abbozzeremo un documento per il ministro Santanché, perché abbia una base di partenza sulla quale confrontarsi».
Questa legislazione speciale consentirebbe alle città balneari, ad esempio, di accedere a bandi pubblici o finanziamenti solitamente loro preclusi dato il basso numero di residenti che però non tiene conto dell’effettiva capienza demografica durante i mesi estivi.