
In Italia le strutture della penisola sono migliori di quanto ci si possa attendere. Aumentano le colonnine per le ricariche ed anche la loro presenza sempre più capillare.
Italia come buon esempio: la rete ad uso pubblico supera quelle di nazioni come Francia, Germania e Regno Unito. Nell’anno appena trascorso sono stati installati 10.748 punti di ricarica a uso pubblico, di cui 3.996 solo nell’ultimo trimestre. Non solo, ma considerando tutti quelli finora installati, il 27% è ad alta potenza. Una realtà, quella dei punti di ricarica ad alta potenza, anch’essa in aumento. Infatti la percentuale sul totale è passata, negli ultimi tempi, dal 6% al 12%. Un traguardo molto importante che è stato illustrato nella quarta edizione del rapporto Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia, presentato oggi, da Motus-E.
Una crescita costante, dunque, superiore anche a quelle di altre nazioni solitamente giudicate più orientate verso la mobilità elettrica. Sempre nel 2022, in Italia si è vista una crescita del 41% dei vari punti di ricarica ( 36.772 unità) dopo il 36% del 2021. Una percentuale che diventa del 245% se si prende in considerazione il confronto con settembre 2019. Tutto questo, però, non scioglie i nodi che, inevitabilmente, si stanno presentando anche in vista dell’arrivo del Pnrr.
Un trend in forte ascesa che, a conti fatti, può basare la sua forza su una rete di 36.772 punti di ricarica ( 31 dicembre 2022).
Crescono anche i punti di ricarica a potenze elevate. Negli ultimi tre mesi quelli fast in DC hanno raggiunto quota 34,3% e quelli ultraveloci il 60%. Buono il risultato anche per i punti di ricarica presenti in autostrada: 496 al 31 dicembre 2022 contro i 118 di fine 2021.
Osservando una possibile mappa delle dislocazioni sul territorio italiano, si osserva che il 58% delle colonnine è situato nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle isole. Tra le regioni la Lombardia occupa il podio per il terzo anno consecutivo, con 5.971 punti di ricarica. A ruota sono presenti a parimerito Piemonte e Veneto, al terzo Lazio ed Emilia-Romagna e al quarto posto la Toscana.
Tutte insieme queste regioni offrono il 66% della disponibilità nazionale. Guardando, invece, alle singole aree, la zona con la densità più alta di punti di ricarica è la provincia di Venezia (circa 16 punti ogni 10.000 abitanti), seguita da Firenze (quasi 9 punti ogni 10.000 abitanti) e Bologna (circa 8 punti ogni 10.000 abitanti). Oltre alla capillarità della distribuzione, però, sarà necessario un potenziamento delle infrastrutture ed una loro ottimizzazione. Infatti nello stesso report si nota che il 19% delle infrastrutture installate non può essere utilizzato dagli utenti finali per problemi di collegamento o di burocrazia.
Come detto il paragone con le altre nazioni europee risulta felicemente a favore dell’Italia. Infatti ogni 100 veicoli elettrici circolanti, in Italia sono presenti 21,5 punti di ricarica a uso pubblico, contro gli 11,5 della Francia, degli 8,2 della Germania e degli 8,9 del Regno Unito.. Un dato molto interessante se si pensa che proprio queste nazioni hanno vantato un aumento delle immatricolazioni elettriche del 25,3% (Francia), del 32,3% (Germania) e del 40,1% (Regno Unito) proprio mentre in Italia si registrava un passivo sullo stesso dato (-27,1%).
Stando alle dichiarazioni del segretario generale di Motus-E, Francesco Naso “Adesso sono tre le priorità assolute”.
La prima sarà quella di intervenire a livello politico per far sì che si possano ottimizzare al massimo i 700 milioni di euro del PNRR destinati all’installazione di più di 21.000 stazioni di ricarica ad alta potenza.
Un’altra priorità, è rappresentata dal ritardo nell’infrastrutturazione delle autostrade. Resta, infine, il problema delle autorizzazioni, con Motus-E a fianco dei Comuni, specialmente quelli più piccoli attraverso un vademecum di supporto e coordinamento per la realizzazione delle infrastrutture.