Tra le diverse opzioni allo studio per valorizzare l’asset, potrebbe aggiungersi quella di un’offerta congiunta tra Kkr e un veicolo scelto dal governo italiano
Svolta del governo sul dossier netco prima che il cda di Tim si riunisca (venerdì) per rispondere all’offerta non vincolante di Kkr?
Tra le diverse opzioni allo studio per valorizzare l’asset, riferisce l’Ansa, potrebbe aggiungersi quella di un’offerta congiunta tra Kkr (nella foto il ceo Henry Kravis) e un veicolo scelto dal governo italiano. Ieri, lunedì, i rappresentanti del fondo americano hanno incontrato i tecnici di Palazzo Chigi e del Mef, e altri incontri sono attesi nei prossimi giorni rendendo la situazione sempre più fluida. I tempi per arrivare a una decisione potrebbero allungarsi, a maggior ragione se ci si trovasse in un mutato scenario di possibilità.
Giovedì 23 febbraio Cdp riunirà il suo cda, come ogni mese e come da calendario, ufficialmente per approvare le operazioni del suo core business ma non è escluso che la Cassa possa fare il punto sulla partita. Da settimane il braccio economico del Mef sta lavorando in contatto con tutti i soggetti interessati a partire dal suo primo azionista e, secondo le indiscrezioni di stampa, avrebbe dovuto presentare un’offerta unitamente a Macquarie per la rete in risposta a quella da 20 miliardi di Kkr ma, ricordano anche gli analisti, la sua posizione, di socio di Tim con il 10% e di azionista di controllo della rivale Open Fiber potrebbe sollevare problemi di concorrenza da parte della Ue e i rimedi potrebbero rendere meno appetibile l’offerta oltre che allungarne i tempi.
Secondo il Corriere anche Vivendi, l’altro socio forte di Tim, si starebbe muovendo riattivando, dopo i precedenti incontri al tavolo del Mimit, i contatti con il governo e mirerebbe a riavviare un negoziato tra le parti, sotto la supervisione direttamente della Presidenza del Consiglio, per trovare una soluzione di comune soddisfazione, evitando uno scontro in assemblea.
Per la Borsa, che comincia a dubitare che il cda di Tim arrivi a una decisione venerdì, l’incertezza si tramuta in prese di beneficio e il titolo ritorna sulla soglia dei 30 centesimi in calo dell’1,18%.