
Mentre nel mondo post covid (e smartworking) si sperimenta la settimana di 4 giorni, i dati europei ci descrivono un’altra realtà
In Islanda è una realtà diffusa già da anni. In Belgio e Irlanda i progetti sono partiti da tempo. Ora, della settimana lavorativa corta, cioè di quattro giorni anziché cinque, si discute anche in Italia.
Soprattutto da quando sono stati pubblicati i risultati di una sperimentazione condotta in Gran Bretagna tra giugno e dicembre 2022, su 61 aziende e 2.900 dipendenti che hanno lavorato 34 ore alla settimana a stipendio invariato.
Secondo i ricercatori delle Università di Cambridge e Oxford, il risultato è stato positivo sia in termini economici e produttivi, sia di benessere dei lavoratori. Tanto che 56 aziende (il 92%) hanno deciso di proseguire, 18 delle quali in maniera definitiva.
LEGGI ANCHE La settimana di 4 giorni lavorativi giorni va bene. Lo dice la scienza
“Sono disposto a riflettere partendo dalla realtà”, ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aprendo alle richieste sindacali sulla riduzione dell’orario di lavoro. “Dipende dalle condizioni del Paese – ha aggiunto il ministro – comunque lavoriamoci senza pregiudizi”.
La Cgil, col sostegno delle forze politiche di sinistra che si stanno attivando in Parlamento, avanzerà una proposta concreta al prossimo congresso del 15-18 marzo a Rimini, perchè “con le nuove tecnologie – spiega il segretario generale, Maurizio Landini – le imprese hanno maggiore produttività e possono redistribuire ricchezza, anche attraverso la riduzione dei tempi di lavoro”.
La questione della produttività è proprio una delle note dolenti per l’Italia. Ma i dati sembrano ecludere un rapporto diretto con le ore di lavoro. Secondo uno studio dell’Ocse pubblicato nel 2019, dopo Grecia ed Estonia, l’Italia è il Paese dell’Eurozona dove si lavorano in media più ore alla settimana: tre per l’esattezza, che salgono a sette rispetto alla Germania, dove il livello di produttività è molto più alto, mentre l’Italia è al penultimo posto della classifica, prima della Grecia.
Uno studio più recente (Organization for Economic Cooperation and Development) conferma che nel 2021 la media annuale di ore lavorate tra dipendenti e autonomi in Italia è stata di 1.669 ore, a fronte delle 1.556 della media nell’Unione europea. Senza contare che i salari italiani restano comunque inferiori alla media europea.
Nel corso di quest’anno altre sperimentazioni sulla settimana lavorativa corta sono previste in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Da gennaio, invece, in Italia è stato il gruppo Intesa Sanpaolo ad avviare un nuovo modello di organizzazione del lavoro su base volontaria in circa 200 filiali: maggiore impiego dello smart working e possibilità di lavorare quattro giorni alla settimana aumentando a nove le ore giornaliere.
Ma sulle specifiche modalità di lavoro non è stato raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali.