
Con asset per 209 miliardi di dollari, Svb è la seconda banca più grande di sempre negli Stati Uniti a finire travolta da un fallimento, dopo la bancarotta nel 2008 di Washington Mutual
I correntisti di Svb, la banca californiana Silicon Valley Bank, hanno preso d’assalto gli sportelli nel tentativo di portare via i soldi dal conto, dopo la notizia di crisi di liquidità e il commissariamento. Nelle diciassette filiali americane della banca, specializzata nel finanziare le startapp, c’è stato il caos, con scene di disperazione.
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In quella di Manhattan, a New York, il direttore ha dovuto chiamare la polizia perché decine di finanzieri, tra cui l’ex top manager di Lyft, Dor Levi, si erano presentati di mattina presto fuori dalla sede di Park Avenue per cercare di riavere i propri soldi.
Le scene hanno ricordato quelle della Grande Recessione di un secolo fa. La perdita di 1,8 miliardi di dollari da parte di Svb ha scatenato il panico. Gli investitori hanno garantita la restituzione di 250 mila dollari, in caso di bancarotta, ma questa rappresenta, spesso, solo una piccola parte dei fondi immessi.
Ashley Tyrner, ceo di una azienda di alimentazione e benessere, FarmboxRx, ha confessato di aver messo nella banca almeno dieci milioni di dollari. “Queste – ha confessato al New York Post – sono le diciotto ore più brutte della mia vita”.
Con asset per 209 miliardi di dollari, Svb è la seconda banca più grande di sempre negli Stati Uniti a finire travolta da un fallimento, dopo la bancarotta nel 2008 di Washington Mutual, il gruppo bancario che aveva 43 mila dipendenti e 2200 filiali.
Il crack finanziario di Silicon Valley Bank avrà ripercussioni sul settore tecnologico, considerato che molte startup hanno impostato il credito delle loro attività su questa banca.
A due giorni dalla notizia che Svb era finita in crisi di liquidità perché molti investitori avevano ritirato i loro soldi, le linee telefoniche della banca sono impazzite, gli uffici sono stati chiusi. Levi, ex manager di Lyft, si e’ presentato davanti alla sede alle 8 di mattina, ma gli è stato detto che l’unico modo per riavere i suoi soldi era quello di provare a ottenere un assegno firmato da un cassiere della banca, operazione che però è risultata impossibile.
Tutti i correntisti dovranno presentarsi lunedì mattina ma, appunto, sapendo che non potranno ottenere più dei 250 mila dollari stabiliti per legge. “Ogni minuto – ha raccontato un dipendente della filiale newyorkese – si presenta qui qualcuno che chiede i soldi indietro”.
La polizia ha presidiato l’ingresso. Due auto del dipartimento hanno stazionato a lungo a pochi metri dal portone centrale a Park Avenue. Il ceo di Svb, Greg Becker, ha provato a rassicurare gli investitori, dicendo che la banca resta “ben capitalizzata e con un alto livello di liquidità”. Ma sono pochi quelli che gli hanno creduto. Anche perché dalla California continuano ad arrivare notizie poco rassicuranti: lo Stato ha nominato la Federal Deposit Insurance Corporation come curatore fallimentare.
Intanto, la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha incontrato i funzionari della Federal Reserve, della Federal Deposit Insurance Corporation e dell’Office of the Comptroller of the Currency per discutere gli sviluppi.
Yellen ha espresso “piena fiducia nelle autorità di regolamentazione bancaria affinché intraprendano azioni appropriate in risposta e ha osservato che il sistema bancario rimane resiliente e le autorità di regolamentazione dispongono di strumenti efficaci per affrontare questo tipo di eventi”.
(foto TWITTER/LAWRENCE LEPARD)