
L’improvviso fallimento di Silicon Valley Bank potrebbe indurre una maggior cautela per i meeting di marzo delle Banche centrali. Focus oggi sull’inflazione Usa
L’Europa tiene in avvio nonostante la crisi del settore bancario. Il Dax è in ripresa dello 0,42%, il Cac40 rimbalza dello 0,25%, il Ftse100 cede lo 0,03% e il Ftse Mib sale dello 0,35% a 26.273 punti.
L’Asia ha chiuso in ribasso. A Tokyo il Nikkei lascia sul terreno il 2,19% con il peso dei finanziari. Male anche Hong Kong che a scambi in corso perde il 2,3% con il tonfo di Hasbc. Più contenuta la flessione di Shanghai (-0,72%) e Shenzhen (-0,98%). Tra gli altri Seul cede il 2,56% e Sydney l’1,41%. Con le tensioni sul sistema bancario i mercati guardano ancora di più alle prossime mosse delle banche centrali con tagli meno aggressivi. Nomura prevede che la Fed taglierà i tassi di solo lo 0,25% a marzo. Giovedì sarà la volta della Bce e in molti si chiedono se Francoforte tirerà dritto o alla fine si vedrà costretta a frenare.
In questo contesto il dollaro recupera terreno sull’euro che vale 1,069 (-0,32%). Tra le materie prime si registrano vendite sia sul petrolio (Wti -0,95% a 74,09 dollari al barile e Brent -0,87% a 80,07 dollari al barile) sia sull’oro (-0,22% a 1.912 dollari l’oncia).
Diversi dati macro importanti sono in uscita oggi. Si attende l’inflazione armonizzata a febbraio finale della Spagna, la produzione industriale a gennaio dell’Italia e alle 13:55 l’indice settimanale Redbook degli Stati Uniti. ma il dato più importante è l’inflazione americana di febbraio anno su anno in uscita oggi alle 13:30: oltre a essere importante in chiave Fed, diventa oltremodo strategica, visti i problemi che alcune banche Usa stanno creando all’intero sistema. Preoccupa anche Credit Suisse che ha dichiarato di aver individuato “debolezze rilevanti” nei controlli interni sul reporting finanziario, in occasione della pubblicazione dei risultati di bilancio 2022, in ritardo rispetto alla tabella di marcia.