
Le parole del commissario non sono piaciute per niente alla Lega, scesa in campo immediatamente per difendere due misure “bandiera” come il Ponte sullo Stretto e la Flat Tax
La priorità per l’Italia continui ad essere il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Quando manca poco più di un mese alla presentazione delle modifiche ai Pnrr nazionali, dal commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, arriva, se non un avvertimento, un invito a non distrarsi.
“In Italia riusciamo a dare enorme attenzione a molti problemi che talvolta non sono dietro l’angolo, come il Ponte sullo Stretto e la flat tax, ma c’è un tema di enorme importanza come il Pnrr, che non mi sembra sufficientemente al centro delle attenzioni”, sono state le sue parole a margine della presentazione di Affari&Finanza di Repubblica. Affermazioni che, ad una parte della maggioranza, non sono piaciute.
“Da Gentiloni mi aspetto proposte, non polemiche”, ha ribattuto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Le parole del commissario giungono proprio mentre, sottotraccia, continua la trattativa tra Roma e Bruxelles sulle modifiche al Pnrr e sul decreto che ne delinea la nuova governance.
Il provvedimento, agli occhi della Commissione europea, presenta alcuni aspetti su cui è richiesto un approfondimento, a cominciare dall’assorbimento a Palazzo Chigi dell’Agenzia per la Coesione territoriale. E al negoziato per la governance si affianca quello per le modifiche del Piano. L’obiettivo del governo è traslitterare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione della politica di coesione 2021-2027. In tal modo, di fatto, l’attuazione del progetto avrebbe tre anni in più per essere completata.
La deadline dei target e delle riforme stabilite dal Recovery Fund è nel 2026, quella per la spesa dei fondi europei di Coesione arriva fino a due anni dopo il settennato in corso, ovvero il 2029.
“Dalla commissione europea non c’è nessuna ossessiva rigidità, considerato che sono stati rivisti i piani di tre Paesi. Si negozia e si fanno le correzioni necessarie”, ha precisato Gentiloni confermando che, per circostanze oggettive come l’assenza di materie prime o il rialzo dei prezzi per alcune di queste, le modifiche sono più che ammissibili per l’Ue.
Nel frattempo, è ancora sub iudice l’approvazione della terza tranche da 19 miliardi, attesa per la fine di marzo. L’attuazione del Pnrr, per Bruxelles resta una conditio sine qua non. Il fallimento del progetto Recovery nel Paese che ha avuto più fondi tra i 27 renderebbe per la Commissione ancora più arduo qualsiasi messa in campo di nuove risorse comunitarie, a cominciare dal Fondo di sovranità che, nel lungo periodo, prevede il piano Net Zero.
Le parole di Gentiloni, però non sono piaciute per niente alla Lega, scesa in campo immediatamente per difendere due misure “bandiera” come il Ponte sullo Stretto e la Flat Tax. “Gentiloni aiuti a difendere gli interessi dell’Italia, anziché remare contro”, è la replica arrivata dalla delegazione dei leghisti al Pe.
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(foto ANSA)