
I dati confermano una generale difficoltà a trovare manodopera non solo in tutta Italia ma in molte realtà europee
Dati Eurostat lo confermano: nell’Eurozona c’è un problema di fondo che riguarda la fuga dai posti di lavoro. Il tasso di posti di lavoro vacanti è arrivato al 3,1% di quelli retribuiti e al terzo trimestre del 2022 risultano ancora liberi. Si tratta di un dato che è ormai ai massimi storici se lo si confronta con il 2,6% del terzo trimestre del 2021 e con il 2,2% del 2019.
Ormai, fanno notare da più parti, il problema non è più sulla disoccupazione di massa ma sulla carenza di manodopera.
Sebbene sia un problema che affligge, come detto, tutto il Vecchio Continente, in Italia la situazione risulta essere esacerbata sia per alcuni settori che per alcuni periodi dell’anno. Infatti i datori di lavoro faticano a trovare profili da assumere proprio nel settore alberghiero e della ristorazione e, come sappiamo, l’Italia ha la sua punta di diamante proprio nel settore turistico.
Ma il problema si pone anche per Spagna e Francia. La conferma arriva da un’indagine dell’European data journalism network che evidenzia, tra le altre cose, un problema generalizzzato per tutti i paesi del Vecchio Continente. Infatti se dall’analisi in questione risulta che in Italia il 45,8% dei datori di lavoro aveva difficoltà a trovare profili idonei da assumere gennaio di quest’anno (a gennaio 2022 era del 38,6%), in Germania l’indice Iab (Institute of employment research) che monitora lo stato della carenza di manodopera a febbraio di quest’anno si trova a dover registrare il quarto aumento consecutivo.
E la cosa non va meglio nemmeno nei Paesi Bassi con 123 posti vacanti ogni cento disoccupati, 15 volte di più che in Francia.
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