
Il lavoro sugli emendamenti riformulati è alle battute finali: alle ore 14 la commissione Finanze della Camera è convocata per riprendere le votazioni e concludere l’esame del decreto superbonus. Mercoledì l’approdo in Aula
Il lavoro sugli emendamenti riformulati è alle battute finali: alle ore 19 (rispetto alle previste 14) la commissione Finanze della Camera è convocata per riprendere le votazioni e concludere l’esame del decreto superbonus (Dl 11/2023). Per consentire a governo e maggioranza di trovare le ultime intese, il testo è atteso in Aula con qualche giorno di ritardo rispetto al calendario originario: l’approdo è fissato per mercoledì. «Oggi è l’ultimo giorno per gli emendamenti al decreto superbonus e speriamo di dare risposte risolutive. Io sono assolutamente favorevole al sistema delle detrazioni: 5, 10 anche 20 anni. Il principio è che non si debba passare necessariamente dal sistema della cessione che è fallito e che ha mandato in tilt il sistema delle banche e di chi devono acquistare». Lo ha affermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti questa mattina al gazebo della Lega Nord a Trieste assieme al leader del carroccio Matteo Salvini.
A Giorgetti è stato chiesto se si va verso l’allungamento della possibilità di detrarre. «Ho visto polemiche, ma come governo penso sia una cosa giusta per i cittadini e che non comporti problemi per la finanza pubblica. Quindi perché no? Anzi assolutamente sì», la risposta.
Si cerca in queste ore la soluzione al nodo dei crediti incagliati. Il ministero dell’Economia continua l’opera di moral suasion verso banche, assicurazioni e società partecipate. L’eventuale ricorso agli F24, dopo un approfondimento su meccanismi e ricadute, sembra ormai esclusa. Resta in piedi la possibilità per le banche che non sono riuscite a esaurire i crediti di convertirli in Btp a 10 anni. «E’ in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato. Abbiamo sensibilizzato le istituzioni e le banche – ha continuato Giorgetti sui crediti incagliati. – Le banche e le poste hanno annunciato che ricominceranno, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico, ad acquistare questi crediti».
Il ministro ha poi ricordato che il problema “non si è venuto certo a creare per i provvedimenti di questo governo ma è ereditata dalla grande confusione e dal Far West che si era venuto a creare nel 2020-22. Quelli che sono in difficoltà sono coloro che hanno iniziato i lavori nel 2022 in epoca antecedente il governo Meloni”.
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