
La banca inglese giudica le modifiche adottate con una “crescita più forte attesa nel breve termine, e più debole nel medio termine” ma comunque “notevolmente al di sopra delle nostre aspettative”
Quello tracciato nel Def, presentato nei giorni scorsi dal governo Meloni, è uno “scenario che evidenzia un graduale consolidamento dei conti pubblici” ma basato per il periodo 2023-26 su “ipotesi con una crescita del Pil reale notevolmente più ottimistiche” di quanto stimato da analisti e mercati: per questo “gli sforzi di consolidamento possono rivelarsi più impegnativi” di quanto stimato.
LEGGI ANCHE Def, Giorgetti precisa: “le stime indicate sono prudenti ma il Governo punta più in alto”
Lo sottolinea Barclays in una nota in cui ricorda le modifiche adottate con una “crescita più forte attesa nel breve termine, e più debole nel medio termine” ma comunque “notevolmente al di sopra delle nostre aspettative”.
Nell’analisi poi si ricorda come “la recente riclassificazione contabile dei crediti d’imposta legati ai bonus costruzioni ha comportato un significativo deterioramento dei disavanzi pregressi, che sono stati rivisti al 9% del PIL (1,8pp) nel 2021 e all’8% (2,4pp) nel 2022. Ma quella che avrebbe dovuto essere una variazione a ”somma zero” (ovvero maggiori disavanzi passati da compensare con minori disavanzi futuri) non è visibile nelle proiezioni dei disavanzi a breve termine” e “ciò suggerisce che i disavanzi potrebbero essere superiori rispetto allo scenario di riferimento del bilancio presentato nella Nadef”.
Tuttavia, si segnala, “la mancanza di ipotesi chiare su come i crediti d’imposta sono stati distribuiti nel l’orizzonte di proiezione rende impossibile quantificare” l’entità di questo maggiore disavanzo.
LEGGI ANCHE Def approvato dal Consiglio dei ministri: cosa prevede
(foto SHUTTERSTOCK)