
Una trasformazione in atto ma anche la nascita di nuove competenze e profili lavorativi
Nel 2001,con il crollo delle dotcom, si registrò un record di licenziamenti sul settore tecnologico ma in questi ultimi mesi, complici diversi fattori, il settore sembrerebbe essere sulla buona strada per riuscire a battere quel record. Quest’anno, secondo stime di Challenger, Gray & Christmas, l’industria tecnologica ha già tagliato il 5% di posti di lavoro in più rispetto a tutto il 2022. Non solo ma stando ad un report di Goldman Sachs, 300 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo potrebbero essere messi a rischio dall’intelligenza artificiale e dall’automazione.
ChatGPT, sistema basato sull’intelligenza artificiale è uno dei fattori che stanno facendo preoccupare maggiormente molti lavoratori. Dall’altro lato, invece, c’è chi afferma che ChatGPT e AI non dovrebbero spaventare perché sono strumenti che aiuteranno le persone e le aziende a lavorare in modo più efficiente.
La risposta, forse, è, come sempre un compromesso: l’AI non farà perdere posti di lavoro ma trasformerà molte mansioni che oggi non sono efficientate.
I creativi e designer, ideatori di videogiochi, fotografi e creatori di immagini digitali probabilmente non saranno sradicati ma trasformati. Ne è convinto Sultan Saidov, co-fondatore e presidente di Beamery, una società di software-as-a-service per la gestione del capitale umano
«Se si guarda alla rivoluzione industriale, quando improvvisamente l’automazione è entrata in agricoltura, si osserva che la manodopera era spesso inutile ma questo significa semplicemente che lo stesso numero di persone avrebbe fatto lavori diversi.»
La stessa cosa accadrà con l’AI.
FOTO: SHUTTERSTOCK