
Tra 30 anni i rappresentanti di quelli in età lavorativa non arriveranno a 7 milioni
Invecchia la popolazione, in generale e, di conseguenza, anche la popolazione attiva per lavorare. I calcoli della Fondazione Vittorio lo confermano: tra 30 anni, nel 2043 la popolazione in età da lavoro cioè quella compresa tra i 15 e i 64 anni non raggiungerà i 7 milioni di persone. Per la precisione si potrebbe fermare a 6,9 milioni. Servirebbero, quindi, circa 150 mila persone all’anno, un’iniziazione di risorse che l’Italia attualmente non sta registrando.
Un calo che Fulvio Fammoni, presidente della FDV definisce “insostenibile” aggiungendo che «se non contrastato con interventi immediati prospetterebbe un futuro di declino cui non ci si può rassegnare». A diminuire, quindi, non sarebbero solo i giovani con un calo che supera le 900 mila unità ma soprattutto le persone lavorativamente attive, con tutte le conseguenze prevedibili anche sul fronte dei conti pubblici.
Unico saldo demografico positivo, secondo l’indagine, quello migratorio ma anche in questo caso si dovrebbero trovare situazioni per riuscire a gestire il calo.
Si tratta di una serie di fattori su cui intervenire come fa notare Fammini «La ricerca infatti propone dati e idee di possibili interventi per ridurre in modo accettabile il calo della popolazione in età da lavoro, estendendo a tutti diritti e opportunità e garantendo al Paese la possibilità di sviluppo economico e sociale».
FOTO:ANSA/ ANNAMARIA LOCONSOLE