
Il nuovo decreto Lavoro prevede taglio del cuneo fiscale al 7%. Sparisce il reddito di cittadinanza, contratti più semplici e soglia di 3.000 euro per i fringe benefit esentasse. Ecco tutte le novità
Dal taglio del cuneo fiscale ai fringe benefit esentasse, fino all’addio del reddito di cittadinanza e la stipula di contratti di lavoro più semplici. Sono tante le novità del nuovo decreto Lavoro varato proprio oggi dal Consiglio dei ministri. Una riunione che il governo Meloni ha fortemente e simbolicamente voluto convocare proprio per il primo maggio, nel giorno della Festa del Lavoro ma che Cgil, Cisl e Uil, per usare le parole del leader di Maurizio Landini, hanno visto come “un atto di arroganza e offensivo” e che ha l’obiettivo di voler oscurare i tradizionali comizi sindacali. «Le parole di Landini sono incomprensibili. Se pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concertone dovrebbe organizzarlo in un altro giorno», ha replicato la premier.
La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha parlato di “misure per far incontrare domanda ed offerta“. «Questo è un governo di legislatura i nostri non sono interventi spot, hanno una una visione. Credo che sia intervento di ampio respiro, si tratta di un percorso che deve consentirci di accompagnare chi ha voglia di lavorare. Abbiamo degli interventi importanti a favore dei Neet e dei giovani disabili. Abbiamo costituito un fondo per il risarcimento delle famiglie che hanno perso i loro figli nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. È un fondo che prevede che saranno risarcite dal 2018 a oggi e poi anche nei prossimi anni anche se l’impegno di tutti è fare in modo che queste situazioni non si verifichino più. C’è anche un intervento importante da parte del Ministero dell’Istruzione di ridefinire le regole, anche ai fini di una migliore sicurezza». ha aggiunto.
«Dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori». Lo scrive su Twitter il ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha invece sottolineato che con questo decreto il Governo ha dato un aiuto concreto contro il carovita.
Ed ecco le nuove misure: lo sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori, viene quindi elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. L’aumento nella busta paga dei dipendenti viene stimato, nel periodo luglio-dicembre, fino a 100 euro mensili di media. La spesa è valutata in poco più di quattro miliardi l’anno per il 2023 e in 492 milioni nel 2024. Secondoi calcoli il provvedimento porterà nelle tasche degli italiani tra gli 80 e i 100 euro. La Meloni si è detta fiera del taglio del cuneo fiscale. «Abbiamo liberato un tesoretto da quattro miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni. Tagliamo il cuneo di punti punti e questo si somma a quello che avevamo già fatto in legge di bilancio abbiamo un taglio di 6 punti percentuale per chi ha redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti per i redditi fino a 25000 euro. E’ una scelta di cui io vado profondamente fiera. Nel giorno della festa del lavoroil governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro».
Come già nel decreto Aiuti Quater dello scorso autunno il governo ripropone inoltre la soglia a 3.000 euro per i fringe benefit esentasse. Si tratta di un welfare aziendale esentasse per il lavoratore e interamente deducibile per l’impresa. Tra i più comuni rientrano i buoni pasto e l’auto aziendale, ma possono farne parte beni e servizi quali l’assistenza sanitaria, le polizze assicurative, la concessione di prestiti, gli acquisti di azioni societarie (le stock option) o gli alloggi messi a disposizione del dipendente. Nell’agevolazione rientrano anche le somme erogate o rimborsate dai datori per pagare le bollette. La spesa prevista sarà di 142.200.000 di euro quest’anno, 12.400.000 di euro il prossimo.
Il reddito di cittadinanza, come annunciato più volte, lascia il posto all’assegno di inclusione. Dal prossimo primo gennaio lo strumento sarà sostituito dall’assegno di inclusione che verrà a costare circa 5,4 miliardi. Potrà essere chiesto solo dalle famiglie in cui ci sono disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi). L’Isee, come già avviene oggi, non deve superare i 9.360 euro. I beneficiari dovranno iscriversi al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Per l’erogazione dell’assegno il richiedente deve essere cittadino Ue o titolare dello status di protezione internazionale e risiedere in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. L’assegno sarà erogato per 18 mesi e potrà essere rinnovato per altri 12. Viene inoltre confermato lo sgravio del 100% a chi assume chi aveva diritto al reddito di cittadinanza.
Assieme allo smantellamento del reddito di cittadinanza una delle misure del decreto contestate dai sindacati è la marcia indietro sulle causali dei contratti a termine previsti dal decreto Dignità varato dal governo giallo-verde all’inizio della passata legislatura. Il provvedimento revoca i paletti precedenti rinviando l’utilizzo di questa modalità di assunzione ai contratti collettivi. Sino al 31 dicembre 2024 sarà possibile utilizzare i contratti a termine salendo da 12 a 24 mesi introducendo due nuove causali: la sostituzione di altri lavoratori oppure esigenze di natura tecnica , organizzativa o produttiva individuate dalle parti.
Infine nel settore dei congressi, delle fiere, terme e parchi divertimento viene alzata a 15 mila euro la soglia per i voucher, ad eccezion di chi ha fino a 25 lavoratori a tempo indeterminato. Altra novità in tema di turismo salta il limite di età di 29 anni per i contratti di apprendistato professionalizzante. Il limite sale a 40 anni per chi è disoccupato.
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