
Una data X che potrebbe scatenare un vero terremoto, costando – secondo la Casa Bianca – 8 milioni di posti di lavoro, drastici tagli alla spesa pubblica e perturbazioni finanziarie global
L’America comincia a tremare nello sprint finale per evitare un “catastrofico default” dall’inizio di giugno, come profetizzato dalla segretaria al tesoro Janet Yellen nel caso non si alzi o non si sospenda il tetto al debito.
Una data X, come riferisce l’Ansa, che potrebbe scatenare un vero terremoto, costando – secondo la Casa Bianca – 8 milioni di posti di lavoro, drastici tagli alla spesa pubblica e perturbazioni finanziarie globali, dato che finora il mondo ha considerato il debito pubblico Usa l’asset sicuro per eccellenza.
Joe Biden gioca una delle sue ultime carte prima di partire per il G7 in Giappone convocando alla Casa Bianca i “Big 4”, ossia i vertici del Congresso, per discutere un’emergenza che sta già agitando i mercati.
Nello Studio Ovale entrano lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy, il leader dei deputati dem Hakeem Jeffries e quelli del Senato, Chuck Schumer per il partito dell’Asinello e Mitch McConnell per il Grand Old Party.
Sarà “deal or default”, è la domanda che aleggia sullo showdown, dopo mesi di braccio di ferro in cui le posizioni si sono irrigidite e congelate.
I repubblicani alla Camera non vogliono alzare il tetto del debito – ora fissato a 31,4 mila miliardi di dollari – senza tagli consistenti, come previsto in un disegno di legge che hanno già approvato ma che non ha nessuna chance di passare al Senato, dove i dem hanno la maggioranza. Il loro obiettivo è azzoppare l’agenda di Biden e del partito rivale in vista delle elezioni del 2024.
Il presidente, dal canto suo, ha tracciato la sua linea rossa ed esige che si alzi il tetto del debito senza condizioni invitando i repubblicani a fare il loro “dovere costituzionale”.
Come hanno già fatto 78 volte in passato, di cui tre sotto la presidenza Trump, quando aggiunsero 8000 miliardi al deficit per tagliare le tasse ai ricchi.
Nel frattempo Biden ha lanciato un’offensiva mediatica, denunciando che i tagli danneggerebbero milioni di persone – compresi veterani e poliziotti, serbatoio elettorale del Grand Old party – e mettendo in difficoltà i repubblicani nei collegi più a rischio.
Come farà anche mercoledì volando nella Hudson River Valley per parlare del problema in un distretto che nel 2020 ha vinto di 8 punti ma che ora è rappresentato da un deputato Gop passato per meno dell’1% a Midterm.
La Casa Bianca ha avvisato che “non c’è un piano B”, come ha detto alla Cnn il vice direttore del National Economic Council Bharat Ramamurti. Ma dietro le quinte si lavora a un compromesso. Un’opzione, secondo i media Usa, sarebbe alzare il tetto del debito in cambio successivamente di un accordo separato di tagli alla spesa e cambiamenti di alcune politiche, in particolare in campo energetico.
Ma in tal caso McCarthy dovrebbe convincere almeno metà dei suoi deputati alla Camera, dove peraltro già serpeggia il malumore tra i più moderati per il timore che il manipolo dei trumpiani abbia un peso determinante. In alternativa Biden potrebbe semplicemente dichiarare che è suo dovere attuare le leggi fiscali che sono state debitamente promulgate e denunciare come incostituzionale il tetto del debito che glielo impedisce, invocando il 14/mo emendamento.
Sui media hanno fatto capolino anche l’emissione di obbligazioni a premio o il conio una moneta di platino da mille miliardi di dollari, come ha ipotizzato l’economista Paul Krugman sul New York Times per aggirare quello che ha definito “un ricatto” dei repubblicani, “una versione fiscale del 6 gennaio 2021: usano la minaccia della distruzione per cercare di esercitare un controllo totale, anche se gli elettori hanno attribuito loro la maggioranza solo in una camera del Congresso”.