
“Inutile parlare di decrescita demografica, per mettere su famiglia occorre un lavoro stabile e uno stipendio adeguato”
Secondo un’indagine di Federcontribuenti più della metà dei 30enni (il 54%) non arriva a guadagnare 7 euro l’ora mentre il 48% denuncia di lavorare anche in orari da straordinario che, però, non gli verrebbero pagati. Un quadro desolante caratterizzato per di più da un andamento discontinuo dei contratti così, come anche dei contributi.
Da Federcontribuenti dichiarano «Laureati o meno, meritocrazia o meno in Italia, che ricordiamo è il Paese dell’area Ue con gli stipendi più bassi, il lavoratore dipendente viene sfruttato e maltrattato da quegli stessi contratti nazionali voluti e sostenuti da chi proprio non riesce a fare il proprio dovere di politico e garante».
Troppi i part-time che indubbiamente influiscono anche sulla possibilità di crearsi una famiglia «Inutile parlare di decrescita demografica, per mettere su famiglia occorre un lavoro stabile e uno stipendio adeguato». Ed il futuro di chi lavora non sembra essere migliore del presente. Sempre da Federcontribuenti aggiungono che «il 60% di chi si presenta è condannato a una pensione sociale misera come misero è il numero di chi si può’ permettere una pensione contributiva, solitamente impiegati statali».
Sul tema delle Partite Iva, Federcontribuenti si concentra in particolar modo su quelli più in difficoltà, in particolare nel nord-est, con un +68% di fallimenti. «Nemmeno più l’imprenditore riesce a metter via uno stipendio adeguato e questi tagli sul costo del lavoro o sul cuneo fiscale accrescono la rabbia» Per risolvere il problema la proposta di Federcontribuenti parla di «uno stipendio minimo per legge; massimo 3 contratti Nazionali per 3 fasce di età; apprendistato massimo fino a 24 anni; riforma del sistema previdenziale: il costo supera la resa; zero costi fiscali sul dipendente».
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