
Contrarie Italia, Spagna, Francia ed altre nazioni
«Il consumo di alcol provoca malattie del fegato» e «alcol e tumori mortali sono direttamente collegati». Queste le due etichette che l’Irlanda adotterà per vino, birra e liquori. Una decisione che Dublino è stata autorizzata ad adottare direttamente da Bruxelles ma che, come è facile immaginare, ha sollevato le vive proteste dell’Italia. E non solo. Contrarie alla norma anche Francia e Spagna e altri sei Stati Ue oltre ad altri Stati membri del Wto e dai produttori di bevande alcoliche. Il motivo alla base del dissenso, il fatto che un’etichettatura simile potrà facilmente essere considerata una barriera commerciale non indifferente.
Infatti l’etichettatura dovrà contenere non solo un avvertimento sui danni del consumo di alcol ma anche la quantità di alcol in grammi e non in percentuale e, tra le altre cose, anche un link verso un sito web che illustra il rapporto tra alcol e salute.
In realtà l’applicazione vera e propria arriverà solo nel 2026, dopo un periodo di transizione di tre anni ma resta la paura che l’Irlanda possa costituire un precedente pericoloso che altre nazioni potrebbero adottare.
«L’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo non ha nulla di scientifico, e a confermarlo sono i numeri ufficiali degli istituti di ricerca». Questo il commento della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che aggiunge per voce del presidente Alessandro Miani «Non si comprende perché ci si concentri sui rischi legati al consumo di vino nascondendo ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili (PM10, PM2.5 e via di seguito) responsabili secondo l’EEA di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa».
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