
Il percorso di transizione richiederà anche un capovolgimento dei parametri per un taglio netto di consumi ed emissioni
«Agire diffusamente con misure estreme anche nella riduzione dei consumi e delle emissioni carboniche del terziario, del settore residenziale, e in particolare della mobilità» che preveda, tra le altre cose, un cambio ampio e radicale degli stili di vita e di consumo».
Questa la prima indicazione arrivata dalla proposta di aggiornamento del piano nazionale integrato Energia e Clima (Pniec) inviata a Bruxelles dal Ministero dell’Ambiente poco prima della scadenza effettiva. Si tratta del primo passo di un iter che, presumibilmente, dovrebbe portare all’approvazione definitiva del nuovo testo entro giugno del 2024.
Il percorso di transizione richiederà non solo uno sforzo estremo ma anche e soprattutto un capovolgimento dei parametri per un taglio netto di consumi ed emissioni. Infatti «l’evoluzione al 2030 mostra come un gap dovrebbe ancora essere colmato per raggiungere tutti gli obiettivi europei su energia e clima».
In particolare la proposta del Pniec suggerisce per quanto riguarda le fonti rinnovabili di «traguardare la quota del 40% dei consumi finali lordi di energia al 2030, in linea con il contributo atteso per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario» sebbene vi siano «distanze importanti rispetto agli obiettivi che ci si prefiggeva di raggiungere» con il piano del 2019 giudicato troppo ottimista.
Dal Mase fanno sapere che «Con il PNIEC vengono stabiliti gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2, nonché gli obiettivi in tema di sicurezza energetica, di mercato unico dell’energia e di ricerca, innovazione e competitività, delineando per ciascuno di essi le misure che saranno attuate per assicurarne il raggiungimento». «In generale, è la riduzione delle emissioni nei settori civile, trasporti, servizi e agricoltura, che rappresenta il campo in cui più complesso appare il raggiungimento degli obiettivi europei che invece vengono centrati nel settore ETS dell’industria pesante».
FOTO:ANSA/CESARE ABBATE/