
Gli indicatori descrivono una situazione economica incerta, che risente della guerra in Ucraina, dell’impennata dell’inflazione trainata, tra l’altro, dai rincari nel settore energetico
Continua a restringersi (9 uscite) il Mercato telematico azionario (Mta), il principale mercato di Piazza Affari. Tuttavia, il numero complessivo delle imprese quotate o negoziate in Borsa a Milano sale da 407 a 412, anche se il saldo positivo (+5) è dovuto esclusivamente alla crescita (+16) delle imprese piccole, piccolissime e medie ammesse sull’Egm (Euronext Growth Milan), il mercato non regolamentato dedicato alle Pmi, che compensa il calo su Mta (-9) e su Vorvel (-2), l’ex Hi- Mtf.
Al tempo stesso è in netto miglioramento la redditività delle imprese italiane quotate. Un quadro in chiaroscuro, quindi, della Borsa italiana a fine 2022, rappresentato nell’ultimo Bollettino statistico della Consob.
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I dati del Bollettino, pubblicato sul sito Consob, non tengono conto – riferisce una nota – degli sviluppi successivi al 31 dicembre scorso e tratteggiano un mercato mobiliare in leggera ripresa rispetto ai valori registrati a metà anno, ma al di sotto del livello di fine 2021.
Gli indicatori descrivono una situazione economica incerta, che risente della guerra in Ucraina, dell’impennata dell’inflazione trainata, tra l’altro, dai rincari nel settore energetico e che è condizionata anche dai rialzi dei tassi d’interesse, decisi dalla Banca centrale europea.
Per contro, gli utili relativi al 2022 delle imprese non finanziarie registrano un forte incremento, di ben il 123 per cento a 28,2 miliardi di euro per le quotate su Mta e del 52 per cento a 591 milioni per l‘Egm. In miglioramento rispetto al 2021 anche gli utili delle banche (15,3 miliardi di euro, +55 per cento), mentre si registra un calo del 3 per cento per le assicurazioni (a 6,1 miliardi) e del 20 per cento per le altre società finanziarie (a 0,8 miliardi).
La flessione dei prezzi dei titoli azionari ha depresso la capitalizzazione complessiva delle societa’ italiane quotate, che al 31 dicembre scorso era scesa del 18,6 per cento su base annua. In relazione al Prodotto interno lordo la capitalizzazione di Borsa si riduce dal 33 per cento di fine 2021 al 25 per cento di fine 2022. In calo il portafoglio dei titoli detenuti presso intermediari italiani (-8,8 per cento) da famiglie e imprese. In crescita il peso degli investimenti azionari e in obbligazioni emesse da imprese finanziarie.
Diminuisce, invece, l’incidenza degli investimenti in fondi comuni. In calo i volumi di attività relativi ai servizi di investimento, in particolare, la raccolta di strumenti finanziari (-15,4 per cento a 363,4 miliardi) e di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario (-47,1 per cento a 28,1 miliardi) da parte degli intermediari italiani.
(foto IMAGOECONOMICA)