
Sotto la lente di ingrandimento anche i costi
Disney ha pubblicato le sue trimestrali (terzo trimestre fiscale) presentando risultati contrastanti. Da tempo l’azienda combatte contro i problemi di streaming e gli enormi costi di ristrutturazione a sua volta frutto di spese per la creazione di contenuti originali.
Dai primi risultati si nota come l’EPS: di 1,03 per azione rettificato, abbia battuto le attese di Refinitiv ferme a 95 centesimi. Non così per le entrate: i 22,33 miliardi di dollari confermati sono poco sotto le attese di 22,5 miliardi di dollari previsti. In calo anche gli abbonamenti a Disney+: 146,1 milioni (7,4% rispetto al trimestre precedente), contro i 151,1 milioni previsti.
La maggior parte delle perdite di abbonati è arrivata da Disney+ Hotstar, (-24% dopo aver perso i diritti per le partite della Premier League indiana).
La società ha registrato 2,65 miliardi di dollari in oneri e svalutazioni una tantum e una perdita netta di 460 milioni di dollari
Indubbiamente il numero uno dell’azienda Bob Iger dovrà creare strategie mirate per ottimizzare le risorse del business televisivo e recuperare il calo degli abbonati a Disney+. Lo stesso Iger ha dichiarato «I nostri risultati di questo trimestre riflettono ciò che abbiamo realizzato attraverso la trasformazione senza precedenti che stiamo intraprendendo in Disney per ristrutturare l’azienda, migliorare l’efficienza e riportare la creatività al centro della nostra attività»
È un momento di transizione per l’industria dell’intrattenimento che, al centro di un’ondata di scioperi che ha bloccato i programmi e le produzioni, naviga tra pressioni economiche e difficili decisioni strategiche.
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