
L’aumento è scattato anche a causa dello stop all’export deciso dall’India
Le materie prime agricole sono al centro di diverse riflessioni da parte degli analisti ma soprattutto di chi, oltre alle quotazioni sui mercati, si preoccupa anche, se non soprattutto, della disponibilità della materia per evitare carestie globali. Attualmente sul tavolo degli osservatori c’è il riso che, dopo lo stop dell’export da parte dell’India e una più ampia revisione delle politiche di esportazione da parte di molte nazioni asiatiche, sta registrando un progressivo rialzo dei prezzi. Nello specifico i prezzi internazionali del riso sono saliti ai livelli più alti degli ultimi 15 anni sulla scia di un andamento climatico avverso caratterizzato da caldo estremo e siccità. Una preoccupazione in più per un continente asiatico che copre il 90% della produzione mondiale di questo cereale e che vede nel riso la base della propria alimentazione.
A confermarlo è stato anche l’indice Fao All Rice Price Index, che nel ,mese di luglio ha misurato le variazioni mensili a livello internazionale dei principali tipi di riso scoprendo il raggiungimento di un nuovo livello record: 129,7, contro i 126,2 di giugno. Solo un anno fa, a luglio 2022, l’indice segnava quota 108,4.
La scintilla è stata la decisione dell’India, che copre il 40% del mercato mondiale, di bloccare tutte le esportazioni di riso a parte il basmati. Una strategia che venne adottata anche tra il 2007 e il 2008, anche in quel caso per siccità. In quell’occasione il prezzo internazionale del riso aumentò del 300% in 4 mesi.
La preoccupazione, a questo punto, è che la carenza di riso, base dell’alimentazione di più di 3 miliardi di persone, si possa aggiungere a quella di grano esplosa con la guerra in Ucraina.
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