
Dopo la visita interlocutoria del ministro, ripercorriamo le tappe del Pnrr italiano, con l’aggiunta del capitolo Repower
Il ministro per gli Affari Ue, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto, rispondendo ai cronisti al termine dell’incontro con il capo della task force europea per il Recovery, Celine Gauer, ha detto che «è andata molto bene, sono ottimista. Si lavora in maniera positiva».
Nell’incontro, spiegano fonti di governo, si è discussa «in modo costruttivo la revisione globale del Pnrr, incluso il nuovo capitolo RePowerEe. Il lavoro sulla revisione continuerà nelle prossime settimane nel quadro della stretta collaborazione tra il Governo italiano e la Commissione europea».
L’incontro con la Task Force sul Recovery, aggiungono le stesse fonti di governo, è servito per «un primo confronto dopo la pausa estiva sull’attuazione del Pnrr».
Oltre al tema della revisione del Pnrr con l’aggiunta del capitolo Repower «è stato preso atto in particolare delle discussioni positive intercorse alla riunione del Comitato di Politica Economica sulla terza rata Pnrr e alla riunione del Comitato Economico e Finanziario sulle modifiche alla quarta rata, che dovrebbero consentire all’Italia di ricevere a breve l’esborso della terza rata di 18,5 miliardi di euro, e di presentare nelle prossime settimane la richiesta di pagamento della quarta rata».
Ma, con Ansa, ricapitoliamo la situazione.
Cinquecentoventicinque obiettivi, tra milestone e target, e 190 riforme e investimenti segnano la strada che l’Italia dovrà percorrere per ottenere i 191,5 i miliardi di euro del Pnrr. Ecco quante di queste risorse – che consistono in 69 miliardi di sovvenzioni e in 122,5 miliardi di prestiti – il Tesoro ha già incassato e quali sono i prossimi passaggi.
Fino a qui, Roma ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel piano: i primi 24,9 miliardi sono stati erogati ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento (pari al 13% del totale), suddivisi in 9 miliardi a fondo perduto e 15,9 di prestiti. La prima rata da 21 miliardi è poi arrivata ad aprile 2022, distribuita in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti. Un importo di egual misura e identica ripartizione è stato incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche.
Il pagamento della terza rata ha richiesto una trattativa di mesi, da quando l’Italia ne ha presentato la domanda a Bruxelles, alla fine dello scorso anno, all’accordo raggiunto a luglio. L’incasso è ormai atteso a giorni dopo l’ok che dovrebbe arrivare al più tardi con il prossimo Ecofin, calendarizzato per la prossima settimana ma che potrebbe già essere anticipato in settimana da qualcuno dei consigli previsti. In base al compromesso raggiunto con la Commissione europea gli obiettivi raggiunti sono 54 (invece dei 55 previsti dal cronoprogramma) e l’assegno varrà 18,5 miliardi di euro (invece di 19). I 500 milioni mancanti, relativi ai posti letto per gli studenti universitari, slittano alla quarta rata.
Sono già in corso, intanto, gli ultimi approfondimenti della Commissione alle modifiche apportate dal governo ai target relativi alla quarta rata, che avrebbe 28 obiettivi (invece di 27) e un valore 16,5 miliardi (invece di 16). Una volta ottenuto il nulla osta formale, l’Italia farà ufficiale richiesta per la quarta rata, con l’obiettivo di incassare la tranche entro la fine dell’anno.
(foto IMAGOECONOMICA)