
Allo studio nuovi sostegni contro il caro-bollette, bonus benzina contro il caro-carburanti pensato soprattutto per i redditi più bassi e un’ulteriore stretta sul Superbonus
E’ previsto per oggi un vertice di maggioranza sulla Manovra. Allo studio nuovi sostegni contro il caro-bollette, bonus benzina contro il caro-carburanti e un’ulteriore stretta sul Superbonus. Il premier Giorgia Meloni ricorderà agli alleati che le risorse sono poche e che tutto sarà dirottato sulle priorità individuate dal governo.
Intanto sul superbonus il sottosegretario all’Economia Federico Freni a Radio Anch’io ha commentato le ipotesi di una tutela per i redditi bassi. «Nella nostra idea il superbonus che abbiamo ereditato e ci troviamo deve servire a garantire non a chi ha la prima, seconda, terza, quarta casa, di ristrutturarsela, ma a garantire a chi non si può permettere di fare i lavori nella prima casa di poterli fare. Deve tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga. Qui c’è un equivoco, il problema non è il superbonus ma la cessione dei crediti. Il bonus facciate ha lo stesso identico problema e anzi se guardiamo le incidenza delle frodi è anche peggio. È la cessione dei crediti il problema. Se il credito del superbonus fosse cedibile solo da chi ha redditi bassi il problema sarebbe risolto, solo che poi abbiamo dei vincoli anche costituzionali», ha detto.
Dal canto loro i sindacati lamentano le promesse non mantenute del Governo e minacciano lo sciopero. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in una intervista su La Stampa, rispondendo proprio ad una domanda sulla manovra, ha detto: «guardando quello che è stato fatto fino ad oggi i temi non sono risolti. Non escludiamo nulla, non dobbiamo fare uno sciopero generale per dire che protestiamo, la mobilitazione deve provare a portare a casa dei risultati, non a caso andiamo in piazza il 7 ottobre. Le promesse fatte dal Governo durante la campagna elettorale ora non stanno più in piedi. Sulle pensioni non hanno intenzione di cambiare nulla, stiamo tornando alla versione peggiore della Fornero».
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