
Appare ormai certo che la Fed sceglierà di mantenere invariati i tassi d’interesse, al livello più alto degli ultimi 22 anni, mentre sono scese al 30,7% secondo gli esperti le possibilità di nuovi rialzi alla prossima riunione, in programma a novembre
Borse europee in ordine sparso: Londra ha concluso con il frazionale aumento dello 0,09%, Parigi in rialzo dello 0,08%. Meglio ha fatto Madrid, in crescita finale dello 0,4%, mentre Amsterdam ha segnato uno speculare calo dello 0,4%. Maglia rosa per il Ftse Mib di Milano che termina le contrattazioni con un progresso dello 0,6%.
Oggi è la giornata di avvio della riunione della Fed, che comunicherà domani il verdetto sui tassi, mentre continua a correre il prezzo del petrolio con il Brent novembre che scavalla la soglia dei 95 dollari al barile, per la prima volta da novembre, e il Wti ottobre che scambia a 92,64 dollari.
Sul valutario, l’euro resta sui minimi da marzo contro il dollaro a 1,068 (da 1,0685 ieri in chiusura) e vale inoltre 157,87 yen, mentre il biglietto verde scambia a 147,8 contro la divisa giapponese. Gas in rialzo a 37,19 euro al MWh (+7,8%).
Appare ormai pressoché certo che la banca statunitense sceglierà di mantenere invariati i tassi d’interesse al 5,25%-5,5%, il livello più alto degli ultimi 22 anni, mentre sono scese al 30,7% secondo gli esperti le possibilità di nuovi rialzi alla prossima riunione, in programma a novembre. Il progressivo aumento dei prezzi del greggio, intanto, sulla scorta dei tagli dell’Opec+, non fa ben sperare rispetto a un raffreddamento dell’inflazione dei beni energetici.
Tra i titoli a Piazza Affari in luce i bancari con Mps in cima al listino principale che chiude con un guadagno del 6,3%, seguita da Banco Bpm (+2,2%) e Bper (1,6%). Bene anche Mediobanca (+1,28%), con la partita sulla governance. Acquisti anche su Tim che chiude a +2,97% in attesa di novità sull’offerta vincolante di Kkr sulla rete.
Tra i comparti migliori figurano l’energia (+1% l’Euro Stoxx 600 di settore), le banche (+0,95%) e le auto (+0,87%) che non sembrano penalizzate dallo stallo nelle trattative sul rinnovo di contratto di lavoro negli Stati Uniti.
Deboli i farmaceutici: Diasorin e Cnh industrial cedono rispettivamente il 5,08% e il 4,62%.
(foto SHUTTERSTOCK)