
La compagnia francese, azionista di maggioranza della compagnia italiana di telecomunicazioni, non è stata soddisfatta dalla proposta degli americani
Kkr ha chiesto ufficialmente undici giorni in più per comporre l’offerta per la netco di Tim. Una richiesta che era nell’aria e che è stata formalizzata in serata con una nota dell’azienda. La richiesta che verrà valutata nel Cda già convocato per mercoledì 27 settembre.
Sullo sfondo c’è incontro tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il primo azionista della telco con il 23,75% del capitale, Vivendi, un incontro richiesto dalla società d’oltralpe proprio per discutere dell’offerta guidata dal fondo statunitense con la partecipazione del Tesoro con una quota fino al 20%.
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La settimana prossima l’appuntamento dovrebbe essere fissato in agenda con l’obiettivo, caldeggiato anche da parte francese, di aprire “una conversazione col governo per non arrivare a uno scontro sul dossier Rete unica” che per Vivendi vede la discussione incentrata su cifre troppo basse.
In caso di buon esito della proposta del fondo di investimento statunitense, il ministero potrebbe entrare nella partita dedicata alla gestione della netco con una quota fino al 20% – che potrebbe arrivare al 30-35% con il coinvolgimento di F2I e Cdp – assicurandosi “adeguati poteri”, come indicato nel decreto che autorizza l’investimento massimo di 2,2 miliardi, conferito nel dl asset attualmente in esame al Senato, “di monitoraggio sulla gestione e meccanismi, anche di governance, di presidio da parte dello stesso Ministero sulle decisioni rilevanti ai fini del perseguimento degli obiettivi di sviluppo e potenziamento di NetCo e in materia di rilevanza strategica e sicurezza nazionale, anche in caso di mutamento della compagine azionaria”.
L’offerta inoltre dovrà essere conforme alla “definizione di un piano industriale idoneo al conseguimento di potenziamento e sviluppo della rete di telecomunicazioni in fibra ottica” e prevederà “modalità di governance di NetCo idonee ad assicurare il conseguimento degli obiettivi del piano industriale”.
Infine, l’accordo con Kkr prevederà “la definizione di criteri e le modalità con le quali il Ministero dell’economia e delle finanze può acquisire, anche in una fase successiva, l’intero capitale di Sparkle”, cioè la controllata che possiede oltre 600mila chilometri di rete in fibra ottica in Italia, Europa, Mediterraneo e America, e i collegamenti tra Europa e il Sud est Asiatico.
(foto IMAGOECONOMICA)