
Il debito per il 2024 si prevede al 140,1%. Il deficit/Pil passerebbe al 4,3% nel 2024
Iniziato il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi che tratterà, tra le altre cose, anche il decreto legge “disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali” e la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
Dalle prime notizie si apprende che secondo fonti, il deficit dovrebbe aver risentito dell’effetto del Superbonus. Infatti, stando ai numeri, passerebbe al 4,3% nel 2024 mentre per quest’anno è previsto al 5,3% . «Non rispettiamo il 3%» «ma la situazione complessiva non induce a ritenere di fare politiche procicliche che alimentano la recessione e quindi l’asticella si sposta a un livello di ragionevolezza». Il debito per il 2024 è fissato al 140,1%.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, intervenendo a Roma all’assemblea dell’organizzazione dei benzinai Faib aveva già dichiarato «Nella Nadef che viene approvata oggi abbiamo dovuto rivedere le stime sulla crescita di quest’anno allo 0,8%, e anche le stime per l’anno prossimo. Questo è un governo responsabile e pragmatico, ben consapevole che la prima questione è mantenere sostenibile il debito pubblico così elevato».
Confermato anche il taglio del cuneo fiscale e l’avvio dell’applicazione della delega fiscale. Per il 2023 il Pil è stimato allo 0,8% ma le previsioni per il prossimo anno vedono un aumento all’1,2% nel 2024 che diventerà 1,4% nel 2025 per poi scendere all’1% nel 2026.
Novità in arrivo per la spending review nel 2024 con un taglio di spese che dovrebbe arrivare a 2 miliardi oltre ai 300 milioni già previsti. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti «Ho due testimoni al tavolo, l’ho detto in Consiglio dei ministri: il lavoro che non hanno fatto i singoli ministri lo farà il ministro dell’Economia in loro vece e addirittura intensificherà i tagli della spending review».
Sempre Giorgetti ha fatto sapere di aver inviato a Bruxelles la lettera contenente tutte le cifre della Nadef appena approvata «Credo che alla Commissione ci siano delle persone che hanno fatto e fanno politica, e quindi diversamente dai banchieri centrali che fanno il loro mestiere e decidono in autonomia da altri tipi di considerazione, credo che comprenderanno la situazione, come la comprendono tutti i miei colleghi ministri delle finanze europei che gestiscono una situazione di rallentamento dell’economia e in qualche caso di recessione».
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